Gay e aborto Si è votato per 153 referendum

Il diritto all’aborto, il matrimonio omosessuale, lo spazio «vitale» per gli animali nelle fattorie, le corse dei cani: sono questi alcuni dei temi sui quali gli elettori americani sono stati chiamati a pronunciarsi alle urne, oltre che per scegliere il nuovo Presidente degli Stati Uniti e per rinnovare il Congresso. In totale, sono 153 i referendum presentati in 36 Stati: il record spetta al Colorado, dove i quesiti erano 14, contro gli otto della California.
In particolare, con l’emendamento 48, si è chiesto agli elettori di definire la persona come un essere umano sin dal momento del concepimento, equiparando di fatto l’aborto all’omicidio. E poi c’è l’emendamento 47, che renderebbe il Colorado uno Stato del «diritto al lavoro», con il divieto di chiedere ai lavoratori di iscriversi a un sindacato.
In California, il tema più controverso era quello della «proposition 8», che si propone di definire il matrimonio come un’unione tra un uomo e una donna, con l’obiettivo di ribaltare con il voto popolare una sentenza del maggio scorso della Corte suprema dello Stato, secondo cui le coppie gay hanno «il diritto di sposarsi».


In Arizona e in Florida si è votato per il no al matrimonio omosessuale, in Ohio per l’ok a un nuovo casino nella parte sudoccidentale dello Stato, in Michigan per l’utilizzo della marijuana per ragioni mediche, in South Carolina per elevare da 14 a 16 anni l’età delle donne per avere rapporti sessuali.

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