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Gaza, uccisi i due presunti assassini di Arrigoni

Due salafiti ricercati per l’omicidio di Vittorio Arrigoni sono stati uccisi dalle forze di sicurezza di Hamas nella Striscia di Gaza. Durante la sparatoria tra terroristi e forze dell'ordine sono morte due persone, forse gli stessi rapitori

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Gaza - Due salafiti ricercati per l’omicidio di Vittorio Arrigoni sono stati uccisi dalle forze di sicurezza di Hamas nella Striscia di Gaza, dopo uno scontro a fuoco; un terzo ricercato è stato invece leggermente ferito.

Il blitz Nel pomeriggio la polizia ha circondato un’abitazione che appartiene alla famiglia Abu Ghula. Sono stati uditi diversi colpi di arma da fuoco provenire dalla parte occidentale del campo. Testimoni locali sostengono che il proprietario dell’abitazione, Amer Abu Ghula, si sarebbe consegnato spontaneamente alla polizia. Gli agenti si sono posizionati nell’abitazione vicina, dalla quale con un altoparlante hanno chiesto ai salafiti di arrendersi. Dopo la sparatoria, però uno dei tre ricercati, Mohammad al-Salfiti, si è arreso e consegnato alla polizia.

Gli arrestati Gli altri due arrestati sono il terrorista giordano, Abdel Rahman al-Barizat, noto con il nome di battaglia di Mohammed Hassan, e Bilal al-Omari. Nella giornata di ieri la polizia di Hamas aveva diffuso le foto di tre uomini ricercati per l’omicidio di Arrigoni, mentre due persone sono state arrestate immediatamente dopo l'omicidio. Il giordano sarebbe il "regista" del sequestro e dell'assassinio, anche se il padre assicura che Abdel Rahman si trovava nella Striscia per motivi di studio, dopo aver ottenuto una borsa di studio: "ha studiato ingegneria in una università locale ma ha pensato di cambiare il suo corso di studi e approfonire la sharia islamica", ha detto l'uomo dalla sua città di Irbid, nel Nord della Giordania.

La mamma di Arrigoni Mentre la salma del volontario italiano è nella camera ardente al Cairo, Egidia Beretta, madre dell'attivista, lancia un appello ad Hamas: "Che giustizia sia fatta, che i colpevoli paghino, ma nel rispetto della dignità della vita umana. So che a Gaza vige la pena di morte. I presunti esecutori dell’omicidio di Vittorio, se ritenuti colpevoli, verranno quasi sicuramente uccisi. Io sono contro la pena di morte, e anche Vittorio lo era. Considerava la vita come il valore supremo. Se la morte di Vittorio non porterà che frutti di pace e di speranza, quest’altra morte non genererebbe che odio e violenza.

Se me ne compiacessi, come potrei, come potremmo continuare a ripetere il grido, l’appello, la supplica di Vittorio: Restiamo umani?".

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