Gb, "Molti giovani e nuovi talenti" Brown presenta il suo governo

Per recuperare l’elettorato femminile forse avrà al fianco una donna vicepremier. E intende circondarsi di giovani capaci: con questa strategia, Brown cerca un modo per parlare la lingua della "iPod generation"

Gb, "Molti giovani e nuovi talenti" 
Brown presenta il suo governo
Londra - «Non stupitevi se lo vedrete in ufficio alle sei del mattino - ha riferito una delle sue segretarie ai civil servants, i dipendenti pubblici dei ministeri -. Svolge sempre un po’ di lavoro presto, prima di dedicarsi alla mezz’ora di palestra quotidiana». L’era Brown comincia così, con il rigore che da sempre contraddistingue l’uomo che per dieci anni e undici leggi finanziarie ha fatto quadrare i conti dell’economia inglese, ha portato il tasso di disoccupazione ai minimi storici e ha guidato il rilancio della City come centro finanziario mondiale.

Il nuovo capitolo della storia britannica si è aperto ieri alle 14.50 locali, quando Gordon Brown, entrato a Buckingham Palace da Cancelliere dello Scacchiere, ne è uscito con l’incarico di primo ministro dopo un’ora di colloquio con la regina.

«We don’t want bells and whistles» aveva detto qualche giorno fa un collaboratore di Brown. «Niente campane e fischietti», insomma, nel primo giorno dell’era post-blairiana. Perché lo stile a cui si ispira Brown si basa sul principio dell’austerità. «Tutto quello in cui credo e che cerco di fare viene dai valori con cui sono cresciuto: senso del dovere, onestà, duro lavoro, famiglia e rispetto per gli altri», ha detto il neo-premier qualche giorno fa, nel giorno dell’incoronazione a nuovo leader del Partito laburista. Concetti che ha ribadito anche ieri, nel suo primo discorso da premier. «Essere sempre forte negli obiettivi, fermo nella volontà e risoluto nell’azione al servizio dell’interesse del popolo britannico». Con una promessa: formare un esecutivo e plasmare una società aperta a tutti i talenti.

Lord Turnbull, ex segretario del Tesoro, lo aveva definito «uno stalinista», un cinico che non ammette confronti e discussioni, ma pare che dopo queste critiche il neo-premier si sia deciso a voltare pagina. E lo farà con una squadra di giovani e brillanti membri del Labour, con un gruppo di fedelissimi e con un occhio alla riconquista dell’elettorato femminile. Nel governo che Brown, 56 anni, presenterà oggi, per la prima volta dal 1929 potrebbero esserci due fratelli, Ed e David Milliband, quest’ultimo il ministro dell’Ambiente che ha rinunciato a sfidare Brown nella corsa per per la successione a Tony Blair. David ha 41 anni, il fratello 37. Probabilmente prenderà il suo posto come Cancelliere dello Scacchiere Alistair Darling, 53 anni, attuale ministro per il Commercio. Ha 38 anni Michael Ellam, l’uomo che potrebbe diventare il portavoce del nuovo premier. E ne ha 40 Ed Balls, uno dei più stretti collaboratori di Brown, che dovrebbe coprire uno dei ruoli di peso dell’esecutivo, dopo l’uscita di scena dei blairiani, come John Reid, ex ministro dell’Interno, quella di Margaret Becket dal Foreign Office e quella di Patricia Hewitt, che si è dimessa ieri sera da ministro della Sanità.

Circondarsi di giovani capaci, insomma: questa la strategia di Brown, un modo per parlare la stessa lingua dell’elettorato giovane, di quella che i giornali inglesi definiscono la «iPod generation». Infine, al suo fianco come vicepremier al posto di John Prescott, potrebbe esserci una donna, Harriet Harman, eletta qualche giorno fa vice leader del partito laburista. A lei spetterebbe il compito di recuperare l’elettorato femminile, una fetta di consenso importante in vista delle prossime elezioni, previste per il 2009.

Questa potrebbe essere la nuova «Gordonbury», il nuovo mondo di Brown, con un taglio netto agli spin doctors tanto amati da Blair quanto criticati dalla stampa: da otto si passa a uno, Damian McBride, 32 anni, soprannominato dagli amici «McPoison», mister veleno.

«Gli inglesi vogliono essere ascoltati, vogliono che i loro governanti non commettano strafalcioni, e chiedono di non essere tartassati dalle imposte - spiega al Giornale Angus MacLeod, scozzese, responsabile politico del Times e profondo conoscitore di Brown -. Il nuovo premier potrebbe essere l’uomo rassicurante che cercano. Ma Cameron sarà un duro sfidante». Intanto ieri Brown ha incassato un bel colpo: Quentin Davies, storico deputato conservatore, è passato al Labour dopo vent’anni di militanza nei Tory. Eppure - come ha scritto qualche giorno fa il Guardian - «sappiamo da mesi chi sarà il nuovo premier inglese. Quello che non sappiamo è chi sarà il prossimo grande leader inglese».
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