Economia

La Gdf scova novemila evasori totali nel 2010

In un'audizione alla Camera il comandante della Guardia di finanza fornisce i dati dell'evasione fiscale: il totale dei ricavi o compensi non dichiarati ammonta a oltre 20 miliardi. Metà dell'Iva evasa dalle "frodi carosello"

La Gdf scova novemila 
evasori totali nel 2010

Roma - La lotta all'evasione fiscale è una delle battaglie più difficili ma al contempo più importanti dello Stato. Nel presentare i risultati relativi all'ultimo anno la Guardia di finanza indica anche i prossimi obiettivi. Perché una cosa è certa: "Molto c’è da fare" nel contrasto all’economia sommersa, ha detto il comandante generale della Gdf, generale Nino Di Paolo, nel corso dell’audizione in Commissione finanze alla Camera. Nel 2010 sono stati individuati 9 mila evasori totalmente sconosciuti al fisco con un incremento del 18%. Lo ha detto il Comandante generale della Guardia di finanza, generale Nino Di Paolo nel corso dell’audizione in Commissione finanze alla Camera. Il fenomeno dell’evasione, infatti, "resta uno dei fattori importanti" su cui indirizzare il lavoro della Guardia di finanza.

Lotta ai paradisi fiscali "Sono attualmente in corso 2.000 verifiche su vari soggetti", nell’ambito delle indagini sui paradisi fiscali. "Alcuni sono nelle liste di cui la stampa si è occupata negli ultimi tempi", rivela il comandante Di Paolo. Lo scorso anno le indagini relative a reati realizzati attraverso l’esterovestizione hanno coinvolto nel 26% dei casi il Lussemburgo, nel 25% la Svizzera, 7% Gran Bretagna, 6% Panama, San Marino e Liechtestein nel 2%.

Boom delle frodi carosello "Hanno un effetto devastante" le cosiddette frodi carosello, ha ricordato il comandante della Gdf, basate come sono "sull’interposizione di cartiere che acquistano merci da paesi comunitari in sospensione di Iva e le rivendono con fatture per operazioni inesistenti ai reali destinatari applicando l’imposta, omettendo poi di versarla all’erario. Non c’è solo evasione fiscale ma anche possibilità di vendere beni e servizi a prezzi inferiori a quelli praticati dagli operatori onesti che subiscono così una concorrenza sleale".

"Dei 12 miliardi e 300 milioni di Iva evasa nell’ultimo triennio, ben 5 miliardi e mezzo derivano dalle frodi carosellò accertate".

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