Cronache

Una geisha bella come la natura

Una geisha bella come la natura

In piedi sulla terrazza, la giovane geisha è sorpresa in un momento di grazia e fragilità mentre si avvolge più strettamente nelle vesti, come per proteggersi da una folata fresca nella notte di luna piena. Viso e mani spiccano chiari per contrasto con il nero dei capelli e il blu scuro dell’elegante kimono incrociato sul petto, adorno di piccole decorazioni all’orlo; i motivi bianchi sulle maniche richiamano invece l’emblema della casa di appartenenza.
Attorno alla vita si avvolge due volte una preziosa obi, l’alta fascia che fa da cintura tenendo fermo il kimono: in seta di colore azzurro brillante, cosparsa di fiori bianchi di ciliegio, è annodata dietro, come usa per le giovani donne non sposate. Nella tradizione giapponese la posizione del nodo riveste infatti un preciso significato: le cortigiane, per esempio, si distinguono per il nodo sul davanti.
Il kimono lascia intravedere il rosso di una delle vesti a forma di tunica indossate sotto ed è così lungo che si adagia tutto attorno ai piedi della geisha, nascondendoli completamente. Per poter camminare occorre quindi tenerlo parecchio sollevato. La tipica manica ampia, tagliata unita alla spalla e quindi senza necessità di cucitura lungo il giro, può avere l’apertura parzialmente chiusa per svolgere anche la funzione di tasca.
I capelli scuri si raccolgono a formare una voluminosa acconciatura a chignon, trattenuta da nastri e spilloni fermacapelli di tartaruga gialla. Nel Paese del Sol Levante la tradizione non prevede che le donne indossino orecchini o altri gioielli; possono però tingersi di rosso le labbra per far risaltare il candore dei denti e fare uso di trucco bianco, coltivando il pallore della carnagione anche con trattamenti al latte.
L’accurata ambientazione della figura nel paesaggio rispecchia l’amore degli artisti nipponici per la natura: al di là del corso d’acqua, su cui galleggia una zattera col suo rematore, si vede un lembo di terra ricco di vegetazione e si distingue il punto di approdo. Si tratta del fiume Sumidagawa che bagna la città di Edo (Tokyo) e lungo il quale si trovano numerose opportunità di intrattenimento in locali e su barche appositamente attrezzate.

Il fiume ricorre spesso nelle opere dell’artista Utagawa Hiroshige (1797-1858), nato e vissuto nella capitale, tra i cui soggetti preferiti figurano non solo luoghi famosi di Edo, ma anche belle donne, attori, guerrieri e stampe del genere «uccelli e fiori».

Commenti