Milano «Noi stiamo con Feltri. Vergogna, liberatelo». Mariastella Gelmini dal palcoscenico del Teatro Nuovo fa aprire per bene lo striscione in difesa del direttore del Giornale, che sventola dalla platea. Siamo in piazza San Babila, alla manifestazione milanese del Popolo della libertà organizzata per sostenere il sindaco Moratti e il governo Berlusconi. Il ministro dell’Istruzione, subito prima di dare la parola al premier in collegamento telefonico con la sala, esprime tutto il suo sostegno e quello del partito al Giornale e al suo direttore editoriale: «Solidarietà e stima. Grazie, Vittorio Feltri, il Pdl è con te».
Più tardi, Mariastella Gelmini paragona la situazione di Vittorio Feltri a quella di Berlusconi: «È un caso di applicazione della par condicio... Invito a fare l’elenco dei giornalisti di sinistra a cui sia stata inferta la stessa sanzione. È lo stesso trattamento riservato a Silvio Berlusconi». Insomma, i tre mesi di sospensione decisi dall’Ordine dei giornalisti secondo il ministro sono una sanzione politica.
I sostenitori del Popolo della libertà battono le mani. Molti si avvicinano e si interessano ai punti di raccolta delle firme presidiati da militanti del Movimento per l’Italia di Daniela Santanchè, che propongono anche una petizione per l’abolizione dell’Ordine dei giornalisti. I supporter del Pdl si chiedono come possono intervenire a sostegno del Giornale.
Alle dieci del mattino, prima dell’avvio della manifestazione, in piazza San Babila sventolavano già gli striscioni azzurri su fondo bianco in difesa di Feltri. «Vogliono colpire una voce libera. Non ci riusciranno». E ancora: «La libertà di stampa c’è solo se di sinistra, a destra... manette (indicate con il disegno, ndr)». Fino a un «Noi stiamo con Feltri. Vergogna liberatelo». Come dire che il divieto di scrivere equivale a una reclusione.
L’iniziativa del Movimento per l’Italia di chiedere l’abolizione dell’Ordine dei giornalisti non è estemporanea. Al contrario, ripartirà oggi a mezzogiorno a Roma, nel corso di un sit-in sotto la sede romana dell’Ordine, a sostegno del direttore Vittorio Feltri, «contro una decisione ignobile e vergognosa, che conferma il doppiopesismo usato e la violenta caccia all’uomo in atto contro il giornalismo non schierato a sinistra».
Continuerà così anche la raccolta di firme per la petizione ex articolo 50 della Costituzione, con la quale viene chiesta «l’abrogazione dell’Ordine dei giornalisti, ineludibile esigenza per rendere libera la professione di giornalista».
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