Gemellaggi e giocate doc: lontani ricordi

Dal 1987 un crescendo di violenza sugli spalti e fuori dagli stadi

Gemellaggi e giocate doc: lontani ricordi

Vallo a spiegare a chi aspetta Roma-Napoli per fare a botte che questa, una volta, era una delle sfide più belle, un tripudio di colori sugli spalti e lungo l’Autostrada del Sole. Vallo a spiegare a chi ha spinto quelli dell’Osservatorio a impedire la trasferta ai napoletani, che questo era il derby del Sud. Chissà se capirebbero. Invece nell’anticipo di sabato, ore 18, assisteremo a una sfida monca soprattutto nei sentimenti, quelli partenopei, che non potranno essere sopperiti neanche dalle suggestive coreografie romaniste. Perché Roma-Napoli senza tifosi, stavolta i campani, al ritorno - chissà? - i giallorossi, è come un cielo senza stelle, e scusateci per la comparazione strappalacrime e obsoleta. Tutta colpa d’un incontro datato 25 ottobre 1987, era maradoniana, con i capitolini che cominciavano a uscire da un periodo-no e una squadra lanciatissima, quella del Pibe de Oro.
«Sfida delicatissima, il Napoli all’epoca era praticamente imbattibile e vincere quella gara casalinga avrebbe significato per la Roma mettere alle spalle la crisetta» ricorda Max Leggeri, voce di Rete Sport e soprattutto memoria storica dell’ultimo ventennio della curva romanista. Pruzzo-gol, 1 a 0. Poi, con i padroni di casa in nove, ecco il pareggio del terzino Francini in piena zona Cesarini. Fu l’esultanza sguaiata di Bagni (che successivamente chiese scusa) e dei suoi fratelli davanti alla curva Sud che infastidì non poco il popolo giallorosso: quel giorno si ruppe uno storico gemellaggio. Da allora è stato un crescendo di sgarbi e scorrettezze, con atti di violenza reciproci e la «ciliegina sulla torta» d’una indegna apoteosi regalata nella trasferta del San Paolo, anno dello scudetto numero tre dei giallorossi. Botte da orbi, accoltellamenti vari, arresti. E tifosi ingabbiati, vittime di lanci di pietre d’ogni dimensione, di pioggia d’urina, sputi e biglie di ferro. Qualche stupido di turno benedì la successiva retrocessione in serie C dei napoletani pensando a voce alta che per un po’ di tempo non ci sarebbero stati scontri fra le tifoserie. Ma questo è un problema irrisolto, il tempo non ha cancellato i lividi nelle anime degli pseudo-tifosi.

Al punto che pure Roma-Napoli di Coppa Italia, 8 dicembre 2005, regalò più che un post-gara, un bollettino da battaglia: guerriglia urbana, 15 poliziotti feriti, 27 ultrà napoletani fermati, l'assalto al Commissariato di Polizia di San Paolo dove erano in stato di fermo alcuni ultrà partenopei.

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