Il generale Honore: «Giù i fucili, ragazzi questo non è l’Irak»

da New Orleans

«Giù i fucili, ragazzi, questo non è l’Irak». Il generale Russel Honore, preceduto da una fama da John Wayne in mimetica, è il “volto buono” del momento nella drammatica crisi di New Orleans, caratterizzata da una scioccante carenza di leadership. Guida i soldati mandati in mezzo al caos provocato dall’uragano Katrina con il difficile compito di rimettere ordine in un caos ben più arduo da districare: quello seguito all’abbandono di tanti a loro stessi e allo scatenarsi delle peggiori pulsioni di tanti altri lasciati senza controllo.
Honore è un figlio della Louisiana. È nato a Lakeland, poco lontano da Baton Rouge, e parla inglese con l’inconfondibile accento cajun diffuso nel delta del Mississippi. Veterano della prima guerra del Golfo, ha avuto dal Pentagono l’ordine di organizzare a Camp Shelby (Mississippi) il comando militare delle operazioni di soccorso.
Sigaro in mano, baffetto da duro, occhiali da sole, non è estraneo alla regola che vuole una piccola dose di Hollywood anche nelle più tragiche vicende americane. Ma è un tipo molto serio. Prima di sbarcare a New Orleans ha più volte sorvolato la città in elicottero per studiare la situazione, in attesa di ottenere gli uomini necessari. Poi, venerdì, è arrivato in città con i suoi.

E subito ha fatto capire che nonostante la sbandierata tolleranza zero verso le bande che usano la violenza per fare sciacallaggio in città, la sua è e resta una missione umanitaria. Lo hanno fatto ben capire le prime immagini del suo ingresso a New Orleans, con il generale che aiuta una donna stremata con in braccio due bambini mentre i suoi soldati abbassano i mitra.

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