Generale senza esercito cerca cadreghino ippico

Ernesto Cazzaniga*

Le elezioni politiche si sono tenute, con un «risultatino» a favore di una parte, purtroppo non hanno portato quella chiarezza e nettezza di cui il Paese aveva assoluta necessità. Stiamo assistendo alle ultime scaramucce che non cesseranno sino all’incarico di formare il governo che sarà dato comunque non prima del mese di maggio, cioè dopo l’insediamento del nuovo presidente della Repubblica, salvo giravolte dell’ultima ora. Tutto ciò ha inevitabilmente determinato una serie di situazioni ambigue e confusione di cui non ne sentiva la mancanza.
Se Atene piange, Sparta non ride, anche nel settore dell’ippica si stanno verificando cose che mi pare non giovino ad un corretto andamento della situazione. Ammesso che a qualcuno interessi ancora, nei fatti e non soltanto nelle parole e nei proclami, il faticoso percorso del risanamento del nostro settore.
Infatti, ha sorpreso non poco l’annuncio della inaspettata convocazione di una serie (cosi pare) di incontri con tutte le categorie, e coraggio: chi più ne ha più ne metta. Il tutto condito da un programma alquanto nebuloso e generico, buono per tutte le stagioni dove, mi pare di capire, emergono antichi vizi e atteggiamenti, visti e rivisti, che fanno all’armamentario «movimentista» dell’animatore del sito Internet, gestito dal solito Maurizio Mattii, capo del più grande esercito mai visto (il fantomatico Intercategorriale) grande gruppo virtuale dell’ippica.
Parrebbe, da voci di corridoio, che le mire del «movimentista», aggiornate ad oggi, siano orientate al cuore del sistema ippico, alla poltrona del direttore generale dell’Unire.
Può essere possibile, ma soprattutto praticabile un’ipotesi del genere? Francamente ritengo sia una pia illusione primaverile, attualmente la poltrona è saldamente presidiata con un contratto che credo vada sino al 2008.
Ho voluto riferire di ciò che io ritengo una panzana, non per discettare su questa fantascientifica soluzione, soltanto per fare capire a quale stato di confusione si può arrivare in un momento come questo, che è certamente di cambiamento, ma non di sfasciamento del settore come potrebbe avviarsi con le iniziative di cui sopra.
Naturalmente, non riesco a capire sino in fondo il comportamento del vice commissario Unire Baldarelli, persona dabbene e di grande equilibrio, il quale dovrebbe (così dovrebbe essere) avere condiviso tutti i passaggi di questi ultimi tempi, ma che, con il suo avallo all’iniziativa di cui sopra non pare molto coerente.
Probabilmente, come già successo ad altri, gli è stata presa la mano, dal «movimentista» di cui sopra, sarà bene, in un futuro il più rapido possibile, che si ritorni a parlare di cose serie e concrete e non di fantasie oniriche, e si rimettano al centro i problemi veri dell’ippica che non sono quelli delle poltrone.
Come noto, io sono un assiduo frequentatore di ippodromi, ma anche di agenzie ippiche e ricevitorie, sapete quale è la domanda più frequente che mi viene fatta, da scommettitori che hanno visto perdere un cavallo da loro giocato, magari per una scorrettezza: «Ma perché non si viene a sapere nulla al riguardo di punizioni, appiedamenti e procedimenti antidoping?». Normalmente, assumo un’aria seriosa e rispondo: questione di privacy. Francamente la mia risposta mi appare molto debole e assolutamente non esaustiva, nei confronti di coloro che sono i «soci sostenitori» del sistema. Tanto più che leggiamo quotidianamente di problemi antidoping e altro nei riguardi dei calciatori.

Non sarebbe utile ad una maggior chiarezza e credibilità del nostro sistema affrontare in una qualche maniera e cercare di risolverlo, senza addurre la facile e inconsistente risposta delle norme sulla privacy che mi pare in questi casi non centri proprio nulla?
*ex presidente dell’Anact (Associazione nazionale allevatori del cavallo trottatore)

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