Il generale Speciale dice signornò e rifiuta la Corte dei conti. Berlusconi: "Una buona decisione"

L'ex comandante generale della Guardia di Finanza ha comunicato la sua decisione con una lettera indirizzata al ministro Paoda-Schioppa, poi annuncia che non ricorrerà al tar contro la sua destituzione decisa dal governo

Il generale Speciale dice signornò e rifiuta la Corte dei conti. Berlusconi: "Una buona decisione"

Roma - L’ex comandante generale della Guardia di Finanza, Roberto Speciale, in una lettera inviata al ministro dell’Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, ha annunciato oggi la rinuncia all’incarico presso la Corte dei Conti conferitogli dal governo venerdì scorso dopo la sua sostituzione con il generale Cosimo D’Arrigo. La decisione di Speciale era stata preannunciata sabato scorso dall'ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga. Ma l'ex comandante generale della Guardia di Finanza non ricorrera' al Tar contro la sua rimozione decisa del governo. "Mi hanno violentato, ma non voglio dare l'impressione di essere abbarbicato alla poltrona", ha detto il generale, secondo quanto riferito dal presidente della commissione Difesa del Senato De Gregorio. Intanto, per Berlusconi "buona decisione" quella di Speciale di rifiutare il nuovo incarico: "E' una persona perbene, tutta di un pezzo".

Fini: "Non avevo dubbio che avrebbe rifiutato" "Non avevo dubbio alcuno sul fatto che Speciale avrebbe rifiutato questo contentino". Così il leader di An, Gianfranco Fini, a margine di un convegno commenta la scelta del comandante Speciale.

Capezzone: "Speciale ha fatto bene" "Comunque la si pensi sull’intera vicenda, mi pare che il generale Speciale abbia fatto benissimo a rifiutare il baratto da Prima Repubblica che gli si proponeva", dice Daniele Capezzone, presidente della Commissione attività produttive della Camera. "Insisto.

A me pare paradossale il comportamento del governo: se riteneva positivo il comportamento del generale Speciale, non doveva rimuoverlo; se invece lo riteneva negativo, non doveva - conclude - proporgli un altro incarico allo scopo, neanche troppo recondito, di tacitarlo".

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