«Generali-Agricole è più di un accordo»

Il patto tra Generali ed Agricole, che riguarda il 10,9% del capitale di Intesa Sanpaolo, non avrà vita facile. L’accordo, annunciato a sorpresa due settimane fa, aprendo la partita tra i grandi soci del gruppo bancario milanese, riveste diversi profili che richiedono di essere esaminati. E ieri se n’è avuta conferma diretta.
Il presidente dell’Autorità garante della concorrenza Antonio Catricalà ritiene infatti che il patto di consultazione siglato da Generali e Crédit Agricole su Intesa Sanpaolo contenga «disposizioni in più rispetto al contenuto tipico di un patto di consultazione». Parlando a margine dell’audizione alla commissione finanze della Camera, Catricalà ha spiegato che «gli uffici stanno raccogliendo ulteriori informazioni e giovedì ci sarà una posizione collegiale».
Dal canto suo «Intesa Sanpaolo ha scrupolosamente osservato gli impegni assunti verso l’Autorità garante della concorrenza». Lo sottolinea la banca in merito al patto parasociale siglato da Generali e Crédit Agricole sulle rispettive quote in Intesa, annunciato il 24 aprile. La banca - indica inoltre nel comunicato stilato a fronte di una richiesta della Consob - «ha avuto conoscenza dei contenuti dell’accordo parasociale contestualmente alla pubblicazione dell’estratto sulla stampa, il primo maggio».
L’autorità garante ha «tempestivamente richiesto alla società adeguate informazioni in ordine alla compatibilità dell’accordo stesso con le misure previste dal proprio provvedimento», afferma inoltre la nota, in riferimento alle decisioni emesse dall’Antitrust nel 2006 al momento della fusione con il Sanpaolo.

La banca «trasmetterà quanto richiesto e collaborerà con l’autorità garante al fine di pervenire a ogni chiarimento utile all’autorità stessa». Pertanto «si ritiene allo stato di rinviare ogni valutazione all’esito degli accertamenti in corso».

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