Generali, Bollorè nel mirino dei soci

Unicredit tiene il punto e non farà aumenti di capitale, almeno fino a quando il Comitato di Basilea e l’Fsb stabiliranno a fine anno se rientrerà o meno fra le banche «sistemiche», per le quali l’asticella del patrimonio minimo è fissata più in alto, al 10% del Core Tier1. L’ad del gruppo, Federico Ghizzoni, lo ribadisce ai soci riuniti in assemblea per l’approvazione del bilancio 2010 e la distribuzione del dividendo (0,03 euro per azione).
Mentre tutte le principali rivali italiane hanno varato aumenti di capitale per innalzare il patrimonio, Piazza Cordusio resiste e ribadisce che il Core tier1, che supererà l’8,58%, nel primo trimestre è adeguato e in continuo rafforzamento da due anni. «Prendere una decisione è poco prudente, meglio aspettare e poi valutare il da farsi» spiega Ghizzoni. L’ad ricorda come peraltro i soci libici, nel caso di un ipotetico aumento di capitale non potrebbero esercitare i diritti di opzione viste le sanzioni Onu e Ue. Tuttavia il gruppo è in grado di attrarre capitali anche senza di loro e sta svolgendo un approfondimento sul prestito «cashes», le obbligazioni convertibili a copertura dell’aumento di capitale del 2008. Piazza Cordusio le considera come patrimonio e nel caso di problemi «porrà in essere ogni iniziativa per mantenere questo trattamento».
Il presidente Dieter Rampl ricostruisce poi la vicenda dell’uscita di Alessandro Profumo nel settembre 2010. Rampl spiega che erano «maturi i tempi per concedere la fiducia a un altro ad» e cambiare la leadership. Ricorda le tensioni sulla governance, la differenza di vedute e i risultati che si erano deteriorati. In questo contesto già compromesso arriva l’aumento a sorpresa delle quote libiche.

Quanto alla scarsa redditività delle attività italiane a fronte di una Europa centrale e orientale in progresso, Ghizzoni «guarda con un certo ottimismo al 2011 e agli anni che abbiamo di fronte». La quota di Unicredit in Mediobanca resta «strategica»

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