Economia

Generali, la Borsa crede all’attacco dei fondi

da Milano

È una sola la domanda che conta, da adesso in poi, in Piazza Affari: quanti sono gli investitori disponibili a seguire il fondo Algebris nel suo attacco alle Assicurazioni Generali?
Ieri il mercato ha dato la sua prima risposta, mostrando di credere all’iniziativa: il titolo Generali ha chiuso in rialzo del 5,7% a 32,9 euro. In due giorni il rialzo è superiore all’8,5%. I volumi, solitamente intorno ai 10 milioni di pezzi, hanno sfiorato quota 60 milioni. E il prezzo, con il balzo di ieri, è tornato in un sol giorno al livello che non veniva più toccato dall’agosto del 2001, prima dello choc dell’11 settembre dunque. Generali si è portata a traino anche Mediobanca, primo socio con il 15% del capitale, che ha chiuso la seduta in rialzo del 4% a quota 15,95 euro.
Ma la risposta del mercato può valere né punto né poco se, dietro all’iniziativa di Algebris - il fondo hedge guidato da Davide Serra che mercoledì ha indirizzato alle Generali una lettera nella quale si criticavano fortemente la governance, il meccanismo di compensi per i top manager e il legame con l’azionista Mediobanca, quantificando nel 40% il potenziale inespresso del titolo in Borsa - non si accoderanno altri fondi.
Algebris detiene una quota dello 0,3% di Generali, anche se ha dichiarato di voler salire fino all’1 per cento. Comunque è poca cosa: per poter pesare è necessario arrivare almeno al 10% (si può chiedere la convocazione di un’assemblea). In proposito, secondo l’agenzia Radiocor, Algebris avrebbe già pronti altri 2 miliardi da investire in Generali (pari al 4% del capitale della compagnia), più altri 4 da raccogliere a debito. Così si arriverebbe oltre il 10 per cento. Ma va detto che una tale strategia - peraltro non confermata da Algebris - è vista con scetticismo dagli esperti sul mercato, che sottolineano come «i fondi hedge non prendono mai posizioni dirette così importanti, preferendo fare solo da apripista». Basta ricordare che il fondo Children (Tci, sotto il cui «ombrello» strategico si muove anche Algebris) non è mai andato oltre l’1% di Abn Amro. Ma ciò è poi bastato a scatenare gli investitori e a provocare le successive offerte che ne hanno decretato lo spezzatino. E questo è proprio il punto.
Non a caso Serra si prepara a iniziare, entro pochi giorni, un giro d’incontri con alcuni tra i principali azionisti delle Generali, dopo aver già avuto incontri informali con altri grandi soci come Lorenzo Pelliccioli, consigliere in rappresentanza di De Agostini.
Sul tema, la prima valutazione è arrivata dalla banca d’affari americana Merrill Lynch, in uno studio sul Leone in cui si legge che è improbabile che l’attivismo di uno degli azionisti di Generali riesca a trainare anche altri soci. Mentre un report di Cheuvreux afferma di non essere d’accordo con tutte le argomentazioni del fondo Algebris.
Dal canto loro le Generali hanno affrontato la giornata restando in difesa e limitandosi a ribadire che «la posizione della società in merito alla lettera inviata da Algebris è quella riportata nel comunicato stampa diffuso nella serata di ieri». Lo ha comunicato un portavoce delle Generali, sottolineando anche che «sulla vicenda, Assicurazioni Generali continuerà ad esprimersi con comunicati ufficiali». Anche se poi, tramite fonti finanziarie, la posizione del gruppo è apparsa un po’ più dura, con accenni all’ipotesi che la lettera di Algebris non sia altro che un «ricatto».

In ogni caso la questione finirà nel prossimo cda, fissato per il 31 ottobre.

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