Generali, le partecipazioni saranno esaminate dal prossimo consiglio

Nel prossimo cda delle Generali di mercoledì prossimo, si parlerà delle partecipazioni della compagnia. La richiesta avanzata da Diego Della Valle nell’ultimo board della società, è stata accolta dal presidente Cesare Geronzi, che ha redatto l’ordine del giorno del prossimo consiglio. Anche se la questione posta da Della Valle, che era riferita alla cessione della partecipazione del 3,4% nel Corriere della Sera, sarà affrontata in termini di criteri generali, senza entrare nel merito delle singole quote.
Infatti il tema è stato intitolato «Affari finanziari e partecipazioni»: una formula che soddisfa la richiesta del patron della Tod’s, ma anche l’esigenza di prendere tempo in modo da affrontare con gradualità in quali società le Generali debbano o non debbano, possano o non possano investire le proprie risorse. Una questione di potere che, come tale, richiederà ancora diversi passaggi e confronti tra i soci e i consiglieri della compagnia. Comunque se ne inizierà a parlare, e questo è già un risultato che non appariva così scontato quando Geronzi, forse riferendosi a Della Valle, aveva parlato di richieste «cadute dal cielo». Mentre il signor Tod’s e i suoi legali erano certi del loro diritto a sollevare la questione in cda.
Che la questione sia delicata lo hanno dimostrato le reazioni di ieri all’intervista rilasciata da Geronzi al Financial Times, nella quale il presidente di Generali ipotizzava nuovi investimenti nelle banche e nelle infrastrutture. Nell’ottica di operazioni cosiddette «di sistema». Dichiarazioni che hanno sollevato le perplessità di alcuni analisti finanziari, disorientati dalla linea strategica di Generali tratteggiata da Geronzi, ritenuta in contraddizione con quanto indicato dal top management della compagnia in occasione dell’Investor day di novembre 2010, criticando in particolare l’eventualità che il Leone possa aumentare i propri investimenti nel capitale di banche.
Per questo ieri Geronzi è tornato sull’intervista per chiarire meglio il proprio pensiero sui possibili interventi del Leone in banche italiane o in grandi opere come il Ponte sullo Stretto, ai quali aveva fatto riferimento con il Financial Times. «La priorità delle Generali - ha detto - è la redditività, che deve ancora crescere. In circostanze straordinarie e senza alcun riflesso non favorevole per la redditività si può anche valutare l’intervento in materia infrastrutturale o bancaria, valutando possibili accordi di bancassurance. Ma nella piena salvaguardia degli obiettivi di economicità ed efficienza». Quanto all’interesse al Sudamerica, cui aveva fatto riferimento ha spiegato riguardare in particolare il Brasile.
Tra gli analisti che hanno manifestato perplessità, Equita Sim ha disapprovato proprio i possibili investimenti nelle banche italiane segnalando che Generali al contrario deve ridurne il peso.

Sul tema sono intervenuti poi anche WestLb e Autonomous Research. Ma il più duro è stato l’analista di Kepler che ha parlato di una cosa «sconcertante», in cui il presidente avrebbe fatto «un pasticcio». Il titolo Generali ha chiuso a 16,84 euro, in calo dello 0,24%.

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