Paola Balsomini
da Genova
Si torna indietro. Partita per partita. Prima Venezia, poi Piacenza, e il libro del campionato adesso viene scorso con la lente dingrandimento dal pubblico ministero Alberto Lari, che nei giorni scorsi aveva aperto linchiesta per «frode in manifestazioni sportive». Non sono solo le ultime due gare di campionato disputate dal Genoa ad essere nel mirino degli investigatori. Ad annunciarlo il procuratore aggiunto Giancarlo Pellegrino, titolare delle indagini insieme a Lari e Giovanni Arena: «Non so con esattezza di quante gare si tratti - ha detto - ma certamente sono più di due». Dubbi, sospetti e anche intercettazioni delle altre sfide incriminate, tra queste ci potrebbero essere Empoli-Genoa (0-0), unaltra partita di serie B e addirittura una di serie A. Calcioscommesse, i soliti sospetti. Lindagine si allarga a macchia dolio, tanto che non sono esclusi nuovi avvisi di garanzia a tesserati anche di altri club e oggi potrebbero essere ufficialmente coinvolti nellinchiesta giocatori del Venezia. Linchiesta non lascerà Genova: «Non ci sarà nessuno spostamento, almeno per ora, visto che è stato ipotizzato il reato di associazione a delinquere nei confronti dei dirigenti del Genoa». Proprio intorno a questa accusa ruota tutta linchiesta: «Se abbiamo contestato lassociazione a delinquere - continua Pellegrino - è chiaro che per noi non cè solo la presunta combine con Giuseppe Pagliara, a cui infatti non abbiamo contestato quel reato». Ma se linchiesta su Piacenza-Genoa non ha portato a nulla di concreto, ecco che al vaglio potrebbero esserci altre due gare dei rossoblù: «Non capiamo come questa fuga di notizie - spiega lavvocato difensore Alfredo Biondi - coincida con la segretezza delle indagini e con la tutela di un cittadino presuntivamente non colpevole». Ieri invece il presidente del Genoa Enrico Preziosi si è avvalso della facoltà di non rispondere: «Sono completamente sereno. Ho lasciato una memoria in cui spiego che non mi riconosco in questa imputazione». Il cavillo è un articolo del codice penale: secondo i pm il 416, secondo lavvocato difensore Alfredo Biondi il 110. In entrambi si parla di «associazione a delinquere», ma con una differenza sostanziale: per il primo possono essere utilizzate le intercettazioni telefoniche come prove, mentre per il secondo non sono ammesse: «Abbiamo contestato - spiega Biondi - la validità delle intercettazioni».
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