Gianpaolo Palazzo
La lunga marcia del calcio italiano nei tribunali affronta un altro snodo cruciale. Quella che inizia oggi è la settimana dei verdetti per la formazione dei campionati e la preparazione dei calendari. Stamattina è attesa la sentenza della Commissione dappello federale sul Genoa. La squadra è stata retrocessa dalla Disciplinare allultimo posto della B e ad una penalizzazione di tre punti nella prossima stagione in C1. In primo grado sono stati inibiti per cinque anni il presidente del Genoa Enrico Preziosi, il direttore generale rossoblù Stefano Capozucca, lamministratore delegato del Venezia Franco Dal Cin, e il general manager dei lagunari Giuseppe Pagliara.
Ieri in coppa Italia, con la Primavera in campo contro il Catanzaro sul neutro di Alessandria, i tifosi del Genoa hanno fatto sospendere la partita lanciando, già dal 15, razzi in campo e intonando cori contro la sentenza di primo grado, i politici genovesi, la Lega Calcio e soprattutto Franco Carraro, presidente della Federcalcio. I calabresi sugli spalti erano una cinquantina.
Larrivo dei tifosi genoani in città si era svolto senza incidenti. La Questura aveva predisposto un piano di sicurezza col blocco della circolazione delle auto nelle vie intorno allo stadio e un nutrito presidio di forze dellordine nelle immediate vicinanze dellimpianto. Alessandria era stata scelta per linagibilità del «Ferraris» di Genova. Agli ingressi cerano stati controlli accurati per lasciar fuori gli oggetti pericolosi.
Non è servito. La partita è stata interrotta dopo 25 minuti per il lancio di razzi e di un petardo. Lallenatore della Primavera Vincenzo Torrente e i giocatori hanno cercato di calmare i circa 800 sostenitori nei sei minuti dinterruzione. Sembrava fatta anche se i tifosi gridavano: «Serie A o violenza sarà». Quando un altro petardo è scoppiato in campo, larbitro Dondarini ha definitivamente sospeso lincontro. I supporter genoani hanno poi abbandonato lo stadio senza protestare.
Il Genoa ha schierato la Primavera per protestare contro la conduzione del processo dappello, dopo le rivelazioni sulle frasi offensive nei confronti del presidente Preziosi scritte, secondo i legali del Genoa, dai giudici su alcuni bigliettini. Nessun commento su questa vicenda è venuto neanche ieri dalla Federcalcio.
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