(...) E Dino Storace - addetto stampa, fidanzatissimo con una ragazza bellissima, eppure sempre più circondato da un vero e proprio harem di bellezze, tanto che ormai sembra una versione rossoblù di Pippo Baudo a Sanremo, costantemente accompagnato da una prorompente e sensuale bruna che sprizza sensualità da ogni sguardo e da una dolcissima bionda che emana romanticismo da ogni poro - ci mette un sovrappiù di umanità e di semplicità che fa sempre piacere.
Il resto, viene di conseguenza. In attesa di Lecce - trasferta insidiosissima, certo - ma comunque vada a Lecce, il secondo tempo con il Torino è stato qualcosa da scuola di calcio, con uno Jankovic straordinario, un Ferrari superlativo e un Thiago Motta da Barcellona. E a San Siro, finchè le due squadre sono state in parità numerica, il Genoa ha dato la consueta lezione di calcio, giustamente riconosciuta da Josè Mourinho, da Diego Armando Maradona e da Marcello Lippi. Ma, anche dopo lespulsione di Biava, si è difeso molto bene, con una nota particolare per Scarpi e Bocchetti. E ho citato volutamente alcuni giocatori spesso in secondo piano perchè il miracolo del Genoa di questanno è quello di essere gruppo in tutto e per tutto, con i comprimari allo stesso livello dei titolari, tanto da essere veri e propri titolari aggiunti. Le ultime straordinarie partite con Chievo, Torino e Inter in Coppa Italia sono state giocate senza Milito, il capocannoniere del campionato italiano di serie A!
Di tutto questo, va dato atto a Gasperini, il tecnico che in questo momento gioca il miglior calcio della serie A. Lo stesso che qualche genoano (perchè tanti genoani, purtroppo, sono così) ha ancora il coraggio di contestare. Nel dopoguerra, sulla sponda rossoblù nessuno ha mai giocato così a calcio. Nemmeno Bagnoli.
Tutto il resto viene di conseguenza: gli striscioni nella Nord di sabato scorso, con parole damicizia per il Torino e il gemellaggio, e soprattutto anche quelli per Faber: «Avevi ragione tu, è stato meglio lasciarsi che non essersi mai incontrati».
E quando la poesia entra in curva, allora vuol dire che hai già vinto. Ma la poesia entra in curva solo quando è anche in campo e in panchina.
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