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Genoa, la maledizione della serie A Emergenza anche negli ospedali

Retrocesso 12 anni fa dopo uno spareggio. Promosso nel 2005, finì in C per gli scandali. Aumentato il personale nei pronto soccorso

da Genova

Genoa e Napoli. Le fidanzate d’Italia. Parola di Silvio Berlusconi. Che a Genova arriva e pensa al ballottaggio più seguito dello Stivale, ma deve anche arrendersi a tutto il rossoblù che lo circonda. Sì, domani sarà anche il giorno del voto, ma l’appuntamento clou è al Ferraris. E il leader dell’opposizione si adatta al clima: «Ho avuto fidanzate in entrambi i posti, quindi dico tutte e due le squadre in serie A». Bipartisan, a proposito di pallone. Tutto a Genova si fa in chiave della partitissima. Partitissima vietata ai deboli di cuore, tanto che il più grande ospedale cittadino, il San Martino, ha allertato la quota di personale di emergenza solitamente «in reperibilità» nel giorno festivo, imponendo la presenza al pronto soccorso. D’altra parte a Genova una giornata così l'attendono da dodici anni, da quella maledetta retrocessione dalla serie A dopo lo spareggio di Firenze con il Padova. Due anni fa la gioia durò solo qualche giorno prima della retrocessione a tavolino, ora si spera sia davvero realtà. Tra il Genoa e il paradiso manca una vittoria, quella con il Napoli. Domani alle 16.45 si saprà se i rossoblù ce l'avranno fatta o se invece saranno necessari anche i play off.
In centro e in periferia le bandiere rossoblù e azzurre si mischiano già, le foto di Maradona e di De André si guardano nei poster appesi. Gli ambulanti sognano già affari d’oro e hanno già preso possesso dei punti chiave della città, quelli più frequentati dai tifosi. Nei mercati rionali si promettono abbuffate di mozzarella di bufala campana e salame genovese doc di Sant'Olcese in caso di promozione a braccetto. Sì, perché sarà anche emergenza ordine pubblico, ma sembra proprio che i tifosi siano gli unici a pensare solo a una festa. È qualcosa di diverso da un derby. Quello lo vorrebbe giocare Fabio Quagliarella, che qualcuno ha ribattezzato «Quagliabella», l'azzurro ammazza-Lituania. Lui, che gioca nella Samp ed è nativo di Castellammare di Stabia, tiferà Napoli, ma sogna l'anno prossimo di affrontare il Genoa in quella che è una delle stracittadine più belle d'Italia. Intanto c'è da giocare questa partita e on line è già arrivata l'offerta di ospitalità dei rossoblù ai «fratelli» azzurri che arriveranno sotto la Lanterna già questa sera.
Ufficialmente da Napoli ne sono attesi 2067, quelli del settore ospiti, della cosiddetta gabbia del Ferraris, ma in realtà alla fine saranno almeno seimila. Almeno, perché poi ci sono quelli che partiranno comunque senza biglietto. Genova si mobilita perché i numeri dicono stadio esaurito e quindi qualcosa come 36mila persone che si sposteranno in città prima e magari anche dopo convergendo nella storica fontana di piazza De Ferrari dove l'ultimo bagno ha celebrato il ritorno in serie B del Genoa nella scorsa estate.

E se la Curia genovese guidata dal presidente della Cei Angelo Bagnasco ha anticipato a oggi, come quella partenopea, il Corpus Domini, il Comune ha approntato un piano per la sicurezza che va ad aggiungersi al sistema di coordinamento con prefettura e questura.

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