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Il Genoa resta in C1, scontri in piazza

L’uomo della valigetta: «Il Toro tentò di pagare il Venezia»

Marcello Di Dio

da Roma

Nessuno sconto, la Caf ha confermato la sentenza della Disciplinare: Genoa condannato alla C1 e a tre punti di penalizzazione. Confermate anche le pene per i tesserati, che potranno ricorrere (secondo le regole) alla Camera di conciliazione del Coni. E per risposta ieri sera la città ha vissuto una notte di violenza con i tifosi rossoblù che hanno invaso le strade: guerriglia urbana, auto, motorini e cassonetti bruciati. E cariche della polizia.
Vicenda conclusa? Tutt’altro. L’ultimo colpo di scena è infatti l’annuncio da parte dei legali genoani di una richiesta di sospensione della sentenza Caf al giudice civile. Un procedimento d’urgenza, la risposta forse già domani. E oggi potrebbe essere anche presentato il ricorso, pronto da giorni, al Tar del Lazio. Il presidente Preziosi non vuole arrendersi («il nostro caso è come quello della Fiorentina, lotterò fino in fondo») e deciderà stamani, il punto è l’ammissibilità di tale ricorso da parte del tribunale amministrativo. Che in caso positivo potrebbe riunirsi il 12 agosto. La Figc potrebbe così attendere gli eventi. «Se possiamo stilare i calendari a garanzia di tutti è meglio», si vocifera in via Allegri. Infatti non è stato ancora convocato il consiglio federale, cui doveva far seguito il varo della stagione.
Dopo la sentenza, Genova è unanime nel parlare di ingiustizia verso i grifoni. Nel pomeriggio le voci delle istituzioni hanno preceduto quella dell’arcivescovo Bertone. «Sentenza spropositata, pesano episodi sconcertanti», sostiene il presidente della Regione Liguria Burlando. Il sindaco Pericu parla di «leggerezza di giudici un po’ goliardi», mentre il presidente della Provincia Repetto deposita un esposto contro i giudici della Caf chiedendo alla procura di indagare se, nella decisione, si «ravvisino i reati di abuso e omissione di atti d’ufficio». L’arcivescovo di Genova, Bertone, parla di «sospetti». Infine Alfredo Biondi, avvocato del Genoa: «Quando si violano le norme della Costituzione, della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, le decisioni della Corte costituzionale, della Corte di cassazione e della Corte dei conti, non è possibile che l’ordinamento dello Stato non debba intervenire». Ieri il presidente della Figc Carraro, in una lettera al direttore del Secolo XIX - che aveva contestato il silenzio della Federcalcio dopo l’episodio dei bigliettini scambiati tra i membri della commissione - ha difeso gli organi della giustizia sportiva federale. «Nella nostra federazione vige il principio della totale terziarietà del giudizio disciplinare. Il silenzio è stato motivato dal rispetto dovuto all’autonomia della giustizia sportiva. Comprendo tuttavia l’amarezza della tifoseria genoana».
E in serata, arriva la rivelazione di Pino Pagliara, noto come l’uomo della valigetta: «Il Torino ha provato a pagare alcuni giocatori del Venezia per incentivarli a vincere. Illecito è tale quando vengono dati soldi per perdere la partita, ma anche quando vengono dati per vincere. Perché non l’ho detto ai giudici? Non me lo hanno chiesto, hanno solo voluto sapere di quei 250mila euro che hanno trovato nella mia auto».
Sembrava l’epilogo di una già lunga giornata, invece dalle 21 una manifestazione inizialmente pacifica nel centro di Genova si è trasformata in una vera e propria guerriglia urbana: quasi sei mila supporter rossoblù hanno dato vita ad un corteo diretto verso la stazione Principe, con lo scopo di bloccare, per la seconda volta, il nodo ferroviario. La tensione è salita intorno alle 23 quando alcuni esponenti della tifoseria hanno fatto allontanare donne e bambini, mentre la Polizia ha risposto alla guerriglia con cariche di alleggerimento e fumogeni: una parte dei tifosi ha trovato via di fuga nelle strade del centro storico, rimanendo poi intrappolati tra i vicoli chiusi e il cordone delle Forze dell’Ordine. I tifosi hanno iniziato a bruciare macchine e motorini, oltre ai cassonetti della spazzatura.

Gli incidenti, e gli incendi, sono proseguiti fino a tarda notte.

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