(...) per un dibattito pubblico a cui parteciperanno rappresentanti attuali e figure storiche degli Ultras Tito Cucchiaroni della Sampdoria, della Curva Nord dellAtalanta, del Colectivo Zaragoza e di altri gruppi ultrà italiani. Lappuntamento è nella Sala Chiamata del porto di Genova, dove gli Ultras San Fruttuoso avevano fissato da tempo una festa per i ventanni di vita con stand gastronomici, musica, ma soprattutto momenti di approfondimento. Levento coincide con la manifestazione del pomeriggio per chiedere la commissione di inchiesta parlamentare sul G8. «Considerato il drammatico evento accaduto domenica 11 novembre - scrivono gli Usf in un comunicato pubblicato sul loro sito internet - e il clima surreale creatosi attorno agli ultras, dopo lunga discussione si è deciso di dar comunque corso alla festa per rispettare lenorme mole di lavoro svolto dai membri del gruppo e per restare fedeli al nostro modello di aggregazione, amicizia e passione». Il tono è diverso rispetto alla giustificazione, da parte di Casarini, di centinaia di migliaia di euro di danni e prima ancora di poliziotti e carabinieri feriti: «Hanno ammazzato un loro amico - dice Casarini al Corriere della Sera -. Stiamo parlando della reazione per la morte di un ragazzo di 28 anni che è stato ucciso in mezzo alla strada per niente. Cosa dovrebbero fare i suoi amici?». E adesso, come se non bastasse quello che abbiamo dovuto vedere domenica, Casarini chiama a raccolta gli ultrà per venire a Genova sabato prossimo. Per fare cosa lo lasciamo immaginare. Daltronde lui è così e sputa fuori lanima di certi movimenti di piazza senza tentare nemmeno di mascherarli. «Siamo in mano a forze dellordine spinte verso giochi pericolosi. La società e questo modo di governare è dimensionato sulluso della forza della violenza. Usare armi da fuoco è sempre più normale. E non è certo un problema di politica». Se al G8 cera Silvio Berlusconi e adesso cè Romano Prodi, per Casarini e chi la pensa come lui non cambia la sostanza: «Scendiamo in piazza per una grande manifestazione sullimpunità della polizia, delle forze dellordine... qui cè un problema di indignazione generale». Democrazia per Casarini vuol dire manifestare. Poco importa come. Dallamico si dissocia a parole leuroparlamentare Vittorio Agnoletto, che però fa una pericolosa associazione tra quanto accaduto allautogrill di Arezzo e alla Diaz, continuando a sentenziare la sua verità: «I vertici della polizia per 36 ore hanno cercato di nascondere la verità come accadde nel caso Giuliani».
Dopo aver sentito le parole del leader dei disobbedienti Casarini i genovesi non sanno più se credere a quanto dice il prefetto Giuseppe Romano, che - pur ammettendo di dover nascondere le divise perché potrebbero urtare la suscettibilità dei manifestanti - ha assicurato che il corteo dovrebbe essere pacifico. Ma a chiedere di annullarlo è Gianpiero DAlia, capogruppo Udc in commissione Affari Costituzionali che commenta come pericolosa «lidea di reclutare ultrà a destra e sinistra per una manifestazione contro la polizia». Contro Casarini anche il segretario regionale di Rifondazione Comunista, Giacomo Conti. «Stupidaggini!», dice Conti a proposito della partecipazione delle frange violente delle tifoserie calcistiche alla manifestazione di Genova. «Credo che non si debbano creare fratture tra i cittadini e le forze dellordine e spero che nella manifestazione di sabato prevalga il buon senso». È lappello anche del segretario generale aggiunto del sindacato di polizia Sap, e consigliere regionale ligure dellUlivo, Giovanni Paladini.
Intanto il corteo genovese conquista due assessori regionali: Enrico Vesco (Comunisti Italiani) e Franco Zunino (Rifondazione Comunista) hanno annunciato ufficialmente ieri la loro partecipazione. «La nostra presenza - spiegano in una nota stampa - vuole testimoniare il fatto che sabato a Genova non scenderanno in piazza né violenti, né pericolosi disobbedienti». Casarini permettendo.
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