Ma Genova chiude ai turisti

Del 2004 non c’è più traccia, a Genova tutto è tornato come prima. A cominciare dai negozi e dai ristoranti chiusi per festività. Cioè dalla regola fondamentale di ogni località che vuole definirsi turistica. Eppure tra domenica e lunedì la città era più chiusa che mai, pochissime le eccezioni. La cosa più facile da trovare erano le comitive di turisti spaesati, che speravano di vedere un’insegna illuminata che indicasse un panino in vendita. Eppure le code all’Acquario e l’apertura dei musei non erano solo una teoria ottimistica, come invece si è dimostrata ancora una volta quell’immagine turistica di Genova di cui gli amministratori locali si riempono la bocca nei convegni e nei programmi politici.
Sia domenica, sia ieri, tra l’altro sono stati molti i visitatori stranieri che hanno preferito dirigersi sulla città, viste le nuvole che hanno «minacciato» a intermittenza le riviere. L’occasione di una visita «al coperto» ai tanti tesori annunciati dalle guide è stata colta però solo da parte dei turisti, non dagli imprenditori del settore ricettivo.

Eccezion fatta per l’area del Porto Antico, tutte le vie dello shopping hanno preferito presentarsi con le saracinesche abbassate. Un biglietto da visita che Genova ha già deciso di porgere più volte. E che rappresenta ancora l’ostacolo più insormontabile verso la conquista di quella vocazione turistica tanto annunciata.

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