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Genova, follia ultras: è tensione Serbia-Italia Uefa minaccia sanzioni

Le scuse di Belgrado, ma il vicepremier attacca la polizia italiana. E l'Uefa: "Responsabilità anche del Paese ospitante". Il Viminale: "Difetti di comunicazione con la Serbia, nessuno ci ha avvisato". Maroni: "Evitata una strage"

Genova, follia ultras: 
è tensione Serbia-Italia 
Uefa minaccia sanzioni

Genova - "Nessuna responsabilità della polizia italiana" negli incidenti di ieri sera a Genova per la partita Italia-Serbia. Questa la valutazione che sarebbe emersa dopo un incontro al Viminale tra il ministro dell’Interno, Roberto Maroni e il capo della polizia, Antonio Manganelli, convocato per fare il punto sulla situazione. Anzi, sarebbe stato sottolineato, "la polizia, non intervenendo pesantemente, ha evitato una strage".

Ultras, impossibile impedire l'arrivo "Era impossibile - ha detto ancora Manganelli - impedire l’arrivo dei tifosi serbi, sia perchè l’abolizione dei visti dalla Serbia rende impossibile il controllo alla frontiera, sia perché non ci sono state specifiche indicazioni sui movimenti dei tifosi da parte delle autorità serbe che potessero consentire l’adozione di particolari misure di prevenzione".

Ma il vicepremier attacca Il ministro dell’interno e vicepremier serbo, Ivica Dacic, ha detto che i preparativi per la partita Serbia-Italia di Genova non stati fatti bene e che un gruppo non eccessivamente numeroso di tifosi è riuscito a far sospendere l’incontro. Parlando a Belgrado, Dacic ha osservato che l’intervento della polizia italiana avrebbe potuto essere molto più efficace, e che non si doveva permettere l’ingresso allo stadio a tifosi in possesso di oggetti vari, cosa questa che a Belgrado non sarebbe mai avvenuta. "La polizia italiana, prima dell’incontro, non si è rivolta in nessun modo per chiedere aiuto, e neanche la Federcalcio serba non ha chiesto alcuna assistenza della polizia serba" ha detto Dacic, citato dall’agenzia Tanjug. "La polizia serba non può mantenere l’ordine pubblico in Italia". A suo avviso, se a Genova fosse andato qualche poliziotto serbo, si sarebbe potuto istituire una sorta di collegamento con la polizia italiana da una parte e con la Federcalcio serba dall’altra, in modo da controllare meglio la situazione nello stadio. Alla domanda se la polizia serba intenda adottare misure energiche contro gli arrestati a Genova, Dacic ha detto che cinque tifosi sono stati arrestati e che altri sono stati fermati. "Noi dovremo prima vedere come tale vicenda si concluderà in Italia, e per quali reati i responsabili saranno processati. Successivamente vedremo se ci saranno i presupposti legali per processarli in Serbia" ha detto il ministro aggiungendo che la polizia ha l’elenco di tutti coloro che hanno acquistato il biglietto allo stadio. In futuro, ha concluso il ministro dell’interno, bisognerà preparare con più attenzione incontri di calcio di questo tipo. Tali gruppi violenti, ha osservato, vengono usati per diversi obiettivi sia interni ai club, sia di interessi mafiosi e politici.

E l'Uefa rincara la dose "Oltre alla responsabilità di chi provoca incidenti, i regolamenti Uefa prevedono anche quella della Federazione che organizza la partita e che deve garantire la sicurezza nello stadio e il regolare svolgimento dell’incontro" spiega Rob Faulkner, portavoce Uefa. L'Uefa ha chiesto alla Federcalcio italiana l’acquisizione di immagini video della serata da aggiungere ai referti di arbitro e delegato per la gara con i serbi (già arrivati nella sede di Nyon): il tutto sarà integrato da ulteriore materiale di indagine. La Figc si è tenuta in queste ore in contatto con l’Uefa e il punto sarà fatto dal direttore generale Antonello Valentini nella conferenza congiunta con il Viminale. L’Italia è comunque pronta a rispondere a eventuali quesiti dell’Uefa sulla dinamica degli incidenti, sulle misure di sicurezza e, nel caso, sulla linea seguita dalla Federcalcio in caso di trasferta di tifosi italiani all’estero. Ieri Roberto Massucci, responsabile del Viminale per la sicurezza della Nazionale, aveva sostenuto che le informazioni provenienti da Belgrado fossero in sostanza insufficienti e inadeguate.

Lo choc di Platini "Sono rimasto choccato nel vedere le immagini di Italia-Serbia di ieri. Attendo i risultati dell’inchiesta e le decisioni della disciplinare e ricordo a tutti che la Uefa segue una linea di tolleranza zero nei confronti della violenza degli stadi". È il primo commento di Michel Platini, presidente Uefa, ai gravi incidenti di ieri a Genova. Il presidente dell’Uefa è intervenuto sulle violenze di Genova con una nota diffusa dalla confederazione europea. "Di ritorno dall’Olanda - ha detto Platini - ho visto le immagini della partita Italia-Serbia di ieri e ne sono rimasto choccato. Ho troppi brutti ricordi di violenza nel calcio. Ora aspetto i risultati dell’inchiesta e le decisioni degli organi disciplinari, e ricordo a tutto che l’Uefa ha una politica di tolleranza zero contro la violenza negli stadi. La collaborazione delle autorità è la chiave per combattere questa piaga - conclude Platini - e la chiederò ai più alti livelli ai paesi che ne sono interessati".

Il Viminale "Abbiamo registrato smagliature nel sistema informativo" tra le autorità italiane e serbe. Dice il portavoce dell’osservatorio sulle manifestazioni sportive, Roberto Massucci. Delle smagliature, ha aggiunto, che però "non intacca l’ottimo lavoro di collaborazione che il Viminale ha con la Serbia".

Le informazioni provenienti dalla Serbia "non hanno delineato alcun profilo di rischio per la tifoseria serba" continua Massucci sottolineando che né nei giorni precedenti l’incontro, tramite Interpol, né durante la riunione Uefa prima della gara, i responsabili della sicurezza serba non hanno comunicato alcuna criticità relativa alla presenta di tifosi violenti.

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