Cronache

Genova ha 577 dirigenti più di Milano

Roberta Gallo

Dirigenti d'oro al Comune. Le «teste di serie» del personale di via Garibaldi costano davvero un occhio dalla testa. Soprattutto perché sono troppi, come dimostrano gli stessi numeri.
Numeri assoluti, che di per sé fanno già impressione, diventano a dir poco sconvolgenti se messi in relazione a quelli di altre grandi città. Anzi, se paragonati a quelli delle «vere» metropoli, ci si rende conto che Genova viene amministrata grazie al contributo di un numero inspiegabile di capi e vicecapi. E per essere certi di non prendere come riferimento città con mille problemi organizzativi, il paragone sul numero di dirigenti e funzionari lo si può tranquillamente fare con Milano, la cui «macchina» comunale non può certo essere accusata di inefficienza. Quantomeno se paragonata a Genova.
E allora basta far parlare le cifre. Aggiornate al 30 giugno 2006. Quanti abitanti ha Genova? Diciamo 600mila, residente più, clandestino meno. E quanti dirigenti ha in forza il Comune? Esattamente 113, esclusi il segretario generale e il direttore generale di Palazzo Tursi che farebbero salire il computo a 115 pur con stipendi certo superiori alla media. A questi vanno poi sommati i funzionari, che a fine giugno erano 1511, dei quali 312 titolari di posizione organizzativa, cioè un po' più «dirigenti», un po' più capi degli altri. Totale 1630 più 2 super dirigenti. Adesso si prenda Milano. Abitanti? Un milione e 200mila circa. Cioè il doppio di Genova. E quanti sono i dirigenti e i funzionari a libro paga dell'amministrazione di Letizia Moratti? Contandoli tutti, sono 1053. A conti fatti, per mandare avanti l'azienda Milano basta una classe dirigente del 54 per cento inferiore rispetto a quella genovese. Un dato che non può passare inosservato e che infatti è diventato subito oggetto di una interrogazione con richiesta di risposta scritta che ha firmato il consigliere comunale di Alleanza Nazionale Giuseppe Murolo e che costringerà la giunta a rispondere sull'impiego di una simile mole di personale. «È davvero uno spreco - continua - non è pensabile che un'azienda abbia, in proporzione più capi che lavoratori. Ed è quello che succede al nostro Comune, che così è costretto a sostenere spese davvero eccessive». Fosse solo questo. Il fatto è che poi tanti dirigenti e funzionari non servono neppure a coprire tutte le esigenze di palazzo Tursi. Perché, appena possibile, l'amministrazione trva il modo di far lavorare specialisti da fuori, che non vengono pagati a stipendio e che quindi provocano ulteriori esborsi. «Ai costi per gli stipendi infatti - incalza Murolo - dobbiamo aggiungere quelli che mensilmente Tursi si sobbarca per le consulenze esterne. Un altro buco nero in cui si buttano via milioni di euro. Tutto perché non si è in grado di utilizzare le risorse interne che pure non sembrano mancare». E così, dando una veloce occhiata alla tabella degli stipendi, si viene a scoprire che la retribuzione lorda di un dirigente, composta dallo stipendio tabellare annuo lordo e dall'importo medio della retribuzione individuale di anzianità, compresa la tredicesima mensilità, è di 104.419 euro. Si moltiplichi per tutti i funzionari e si veda così la cifra esorbitante che ne esce. Per quanto riguarda poi le consulenze esterne, ovviamente sempre a livello dirigenziale, si parla di persone che arrivano da Milano e Torino, come se a Genova non ce ne fossero e, soprattutto non ci sia personale già in servizio presso il Comune di Genova che sia in grado di assolvere a queste mansioni. Sempre usando il sistema della media, che significa che ci saranno cunsulenti che guadagnano molto di più e altri che si dovranno «accontentare», per ogni incarico esterno le casse comunali sborsano qualcosa come ottantamila euro annui. «Non è proprio possibile continuare così - tuona Murolo - bisogna che il Comune inizi a tirare la cinghia invece di inventare sempre nuove gabelle con cui vessare i cittadini per poter rimpinguare le esangui casse comunali». Quindi, la prossima richiesta del gruppo di An sarà anche quella di rivedere la posizione di dirigenti e funzionari.

E, in maniera particolare, di quelli provenienti da fuori Genova.

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