Genova ha tanti pregi ma sa nasconderli bene

Che Genova sia una città ricca di risorse e potenzialità è innegabile. Talvolta sono sfruttate bene e i risultati si vedono. Parlo ad esempio del fiorire di iniziative culturali che in questi ultimi anni hanno fatto di Genova un punto di riferimento a livello europeo. Autenticamente. E non solo nell'anno in cui è stata Capitale della Cultura. Anche scientificamente Genova sta tornando ad avere un ruolo prominente. Sono sempre più i convegni internazionali di Fisica, di Matematica, di Tecnologia che approdano a Genova, al di là dell'ormai consolidato Festival della Scienza. Parlando lo scorso giugno con uno degli organizzatori (un professore di Roma) di uno di questi convegni di Fisica mondiale, mi sono sentito dire queste parole di cui dovremmo andare fieri: «Genova è veramente una città che solletica molto culturalmente. Almeno, per chi la vede da fuori, ha un fascino particolare... Non ho saputo dire di no a chi me l'ha proposta come sede per il nostro convegno mondiale...». Tanto di cappello a questa Genova, allora. Pure le mostre artistiche, che conducono per le vie della Superba turisti da tutto il mondo, sono state in questi ultimi anni tantissime. Per non parlare dell'aspetto legato prettamente alla marina: dal Salone Nautico, alle Tall Ships, dall'Acquario al Museo del Mare. Tutte iniziative che attirano sempre su Genova buona parte dell'attenzione nazionale e internazionale. Cose che fanno essere fieri i cittadini genovesi della loro città.
Ma accanto a tutto questo che appare come una magnifica ghirlanda che adorna una parete, ci si aspetterebbe che pure il muro stesso fosse un'opera da ammirare. E invece spesso, troppo spesso, non è affatto così. E si rientra nel campo di quelle risorse e potenzialità che, invece, non solo sono poco sfruttate, ma anzi, divengono una zavorra che rallenta, frena, paralizza lo slancio che Genova potrebbe avere. È un odore come di fogna che si viene a mischiare con l'aroma dei fiori. E non è una piacevole sensazione. Qualcuno penserà: una esagerazione! Le controprove sono tantissime, alcune voci emerse questa estate nel «dibattito sulla cultura» del Giornale vanno proprio in questa direzione. Basterebbero le puntualissime note di regia di Sergio Maifredi per rendersi conto di queste potenzialità inespresse. Una di queste parlava dei Musei genovesi e del loro successo (o insuccesso) legato alla bravura (o meno) dei curatori. Riassumo: alcuni musei fanno da traino (Via Garibaldi e polo di Nervi) altri vivacchiano (esempio: Palazzo Spinola - Palazzo Reale) altri ancora risultano sconosciuti ai più (come il Museo dell'Attore e il Museo dedicato a Gilberto Govi). Rincaro la dose per la parte Scientifica: abbiamo delle zone museali a Genova ed in Liguria che potrebbero diventare punti di riferimenti come lo sono il museo della Scienza e della Tecnologia a Milano ma che invece si accontentano del loro quieto vivere. Alcuni ve li stiamo proponendo a puntate di altri vorremmo parlare ma non possiamo perché non esistono ancora. Ho scoperto di recente che i magazzini delle facoltà di Chimica e Medicina ospitano una strumentazione di storia della Scienza che per un Museo sarebbe una delizia. Qualcosa già è stato esposto, in parte nei corridoi delle facoltà del Polo Scientifico di via Dodecaneso (nessuno lo sa, se non gli esigui studenti di queste facoltà) e in parte nel recondito (anzi, scusate, sperduto e quasi inaccessibile) Museo della Chimica in viale Benedetto XV. Ebbene sì, esiste. E vi faremo fare anche un viaggio al suo interno, ma sappiate che solo per effettuare una visita (gratuita ben inteso) occorre fare più d'una telefonata per ottenere qualcuno che venga ad aprire questa sala dei tesori perduti. Sarebbe interessante interrogare il Rettore dell'Università o le Istituzioni preposte per chiedere il perché di questa segretezza e poca, quasi totalmente assente valorizzazione. Altrettanto stuzzicante sarebbe riprendere il dibattito che si era aperto un anno fa in merito al Museo Civico di Storia Naturale Giacomo Doria. Qualcuno aveva suggerito che basterebbe poco per rendere l'ambiente più vitale, dinamico e trasformarlo in qualcosa che assomigli ai Musei inglesi, tedeschi e americani: al passo con la ricerca scientifica.

Dedicare una sala alle ultime scoperte, mostrare le moderne attrezzature, rendere, insomma un museo qualcosa dove non aleggi solo un senso di polvere e vecchiume, ma dove si respiri la vitalità della scoperta e della Scienza, quella vera, quella insomma, in continua evoluzione. Proprio come lo dovrebbe essere Genova.
*fisico

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