(...) Ecco, io penso invece che sia vero il contrario. E che discussioni tipo quella sui manifesti non meritino nè un commento, nè una riga. Perchè imbruttiscono la politica e la città. Mentre, alla faccia di quelli che hanno la puzzetta sotto il naso, penso che meriti articoli su articoli un negozio che rende ancor più bella la nostra città.
Quando è stato inaugurato, ne ha parlato la nostra Maria Vittoria Cascino, usando negli articoli colori che, se volessi farle il più bello dei complimenti, direi che sono quelli delle collezioni di Massimo Piombo: quel verde che sembra fatto apposta per diventare la tinta di una giacca di velluto, quel viola che vive in endiadi con i tessuti morbidissimi scelti uno ad uno, quel blu che sembra incredibile in una giacca e che diventa vero in una giacca di Piombo.
Una storia che inizia a Varazze, dove cè ancora un punto vendita, che si espande in via Montenapoleone e nel mondo, che ha un suo habitat anche a Portofino, ma che ha raggiunto forse il suo top in via Roma, al 60. Perchè la boutique genovese griffata Piombo è tutto fuorchè un negozio nel senso classico della parola.
Passi per il piano strada, dove dietro le vetrine ci sono, come è ovvio, appendini, giacche e manichini. Ma è scendendo la scala che porta sottoterra che si apre un mondo.
Fatto di attaccapanni, di sciarpe sparse in giro con una logica assoluta, con un casino organizzato, con un disordine geniale. Fatto di un bagno lasciato aperto per un sovvrappiù di eleganza che è tutto fuorchè snob. Fatto di collezioni che vanno dalle scarpe tipo clark, talmente morbide da sembrare pantofole, ai boxer di lino, a giacche molto più classiche di quelle al primo piano.
Ma, soprattutto, scendendo la scala - e lho fatto da cliente, non da giornalista - si ha limpressione di superare delle quinte e di entrare in un teatro. Di trovarsi in un mondo incantato che, per qualche minuto, ti fa dimenticare il degrado che cè fuori. Cento metri più in basso Genova è la solita Genova bella e assoluta che però non lo sa o finge di non saperlo ed è sempre più trasandata.
Scendendo la scala, invece, sembra di entrare in un teatro dello stile. Sembra di entrare in un film di Baz Luhrmann, nei suoi giochi visionari, nella sua genialità nel riempire lo schermo di immagini che prima ti stordiscono, poi ti affascinano, poi ti restano. Perchè entri in un mondo.
Qui, non è questione solo di moda o di stile. Qui è questione di cultura. Unora da Piombo in via Roma vale un pomeriggio in un museo.
Scendere quella scala è unesperienza che consiglio a tutti. Anche a chi non ha mai pensato di comprare una giacca di velluto verde.
Al netto dei manifesti, piacerebbe anche a Roberta Pinotti. La più elegante delle nostre parlamentari.
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