Genova si rifà il look per festeggiare la nazionale al pesto

GenovaTricolori alle finestre, ragazzini assiepati fuori dal lussuoso albergo del centro città che ospita gli azzurri e qualche coda alle (poche) ricevitorie che vendono i tagliandi per Italia-Serbia. Genova è in fibrillazione per la Nazionale, tanto da vestire la città a festa con gli autobus che sventolano bandierine tricolore sui loro musi. Iniziativa tipica del periodo durante il quale la città ospita il Salone Nautico appena concluso e rimaste ancora un paio di giorni sui pullman genovesi.
Sportivi della città in fermento anche perché quella che presenterà Prandelli questa sera è una squadra rossoblucerchiata più che azzurra. In omaggio alla città o per il reale valore dei giocatori, quello lo dirà il campo. Fatto sta che in formazione avremo contestualmente tre sampdoriani (Cassano, Pazzini e Palombo più Gastaldello in preallarme se Bonucci non dovesse farcela) e un genoano (Criscito). Un’Italia alla genovese che è l’emblema della buona salute di cui godono le due squadre cittadine tornate a livelli di competizione che non si assaporavano dagli anni ’90, con le due squadre a puntare senza tanti fronzoli al quarto posto in campionato e la Samp anche affacciata sulla realtà europea. Tanto che in tribuna si godranno lo spettacolo fianco a fianco Enrico Preziosi e Riccardo Garrone con i rispettivi tecnici Giampiero Gasperini e Mimmo Di Carlo.
Cinque «genovesi» in Nazionale al «Ferraris» si sono visti una volta sola nella storia: era il 1923, Italia-Ungheria finì 0-0 e l’Italia era formata dal blocco Genoa, che proprio in quegli anni vinceva i suoi ultimi scudetti. Un anno dopo in Italia-Austria 0-4, sempre a Marassi, i genovesi furono ancora quattro e a difendere la porta azzurra fu Giovanni Costa che nella vita di club vestiva la maglia verdestellata della Sestrese, la terza squadra di Genova che ora milita in Eccellenza. Ma prima della guerra, quando la Sampdoria nemmeno era nata, i Grifoni erano degli habituè dell’azzurro e il 26 novembre 1939 riuscirono a far giocare contemporaneamente nove atleti a Berlino per Germania- Italia 5-2. Per parlare di blocco Sampdoria, invece, bisogna passare agli anni ’90 e alla cavalcata epica della squadra di Paolo Mantovani. Il record lo segnarono in Bulgaria (25 novembre 1991) quando giocarono Vialli, Lombardo, Vierchowod con Mancini e Pagliuca che entrarono a partita in corso. Curioso ricordare anche un’altra gara azzurra del ’91: Italia- Norvegia 1-1 giocata sotto la Lanterna. Era la prima in panchina per Arrigo Sacchi e la prestazione incolore fece fischiare il pubblico. Il ct la prese male, con lui la Figc e Genova venne punita non potendo più ospitare l’Italia per ben dodici anni. La storia recente della Nazionale a Marassi parla dell’addio alla maglia azzurra di Roberto Baggio in Italia- Spagna con il Divin codino che esce dal campo all’ultimo minuto tra un tripudio di applausi.
Lo stadio genovese, tra l’altro, stasera presenterà un prato totalmente rinnovato.

Il Comune è dovuto correre ai ripari per le precarie condizioni del manto erboso dopo le reprimende ufficiali della Uefa che per la partita di Champions League Sampdoria-Werder Brema aveva definito «catastrofico» il tappeto verde. Potrebbe essere l’ultima rizollatura perché Marassi, da giugno, dovrebbe diventare il primo impianto per la serie A in sintetico: costo dell’operazione 600mila euro.

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