Genova torna ad essere la capitale del nucleare

Ci sono ancora, magari sbiadite, ma ci sono, quelle scritte sui cartelloni stradali: «Genova, città denuclearizzata». Nessuno, a vent’anni dalla comparsa, ha mai capito cosa volesse dire veramente quella frase, ma è altrettanto vero che nessuno fra quanti ne avevano l’autorità ha mai pensato di toglierla, temendo evidentemente ritorsioni (cioè di perdere voti) dei fondamentalisti dell’ambiente. Dal 1° novembre, però, cambia tutto. Non che, a quella data, i cartelloni vengano rimossi. È sicuro invece che Genova tornerà capitale del nucleare in Italia, dopo essere stata tale per decenni, con riscontri positivi in termini di ricerca, sviluppo, occupazione, fino al referendum «abrogazionista» del 1987. Lo conferma il ministro delle Attività produttive Claudio Scajola, assecondato dal presidente e amministratore delegato di Finmeccanica Pier Francesco Guarguaglini, in occasione dell’inaugurazione delle nuove sedi di Selex Communications, Ansaldo Signal e Ansaldo Trasporti e Sistemi Ferroviari: «Energia significa sviluppo - esordisce Scajola, annunciando la nascita di Ansaldo Nucleare, 150 addetti, sede all’ombra della Lanterna -. Il bisogno di energia cresce a livello esponenziale, l’Italia è molto indietro in questo campo, e l’aumento vertiginoso del prezzo del petrolio ci penalizza. Per questo - insiste il ministro - abbiamo promosso una Conferenza sull’energia e un nuovo Piano energetico (l’ultimo risale al 1988!), per individuare le risorse che consentano all’Italia di rientrare nella media europea». La prospettiva è quella di un mix di approvvigionamenti: «E invece - aggiunge Scajola, reduce dall’inaugurazione del Festival della Scienza - ci vogliamo dedicare alle altre fonti, dal gas al carbone pulito, dal solare all’eolico». Ma è il nucleare che assume valenza strategica. Il ministro e il numero uno di Finmeccanica non si nascondono dietro un dito: Ansaldo Nucleare parte subito, con l’impiego di risorse tecnologiche e umane derivanti dall’attuale divisione di Ansaldo Energia, e «cammina con le proprie gambe» grazie a commesse internazionali già acquisite. Ma la sfida si giocherà anche in Italia: «Il percorso, in vista della realizzazione di centrali nel nostro Paese, è aperto» ribadisce il ministro che ha anche incontrato a lungo, dopo un’accoglienza disturbata dai fischi, i ricercatori precari di vari enti di ricerca in attesa di contratto e i lavoratori di Esaote. In merito al presunto tradimento del referendum abrogativo del 1987 - che in realtà si era pronunciato sull’abolizione delle sovvenzioni pubbliche ai Comuni che avessero ospitato impianti nucleari - la risposta è chiara: «Il referendum è stata una scelta errata, lo dimostra la Storia» scandisce Scajola. Lo stesso presidente della Regione, il diessino Claudio Burlando, non può fare a meno di ammettere: «Un Paese che affida le proprie scelte strategiche ai referendum dovrebbe interrogarsi sul suo futuro»: un’osservazione che suona a conferma del clima di collaborazione sui grandi temi instaurato fra il titolare della Attività produttive e il capo del governo di De Ferrari.
Nel parterre ai massimi livelli istituzionali che ha partecipato alla cerimonia alla Fiumara - sindaco Pericu, presidente della Provincia Repetto, prefetto Romano, Zampini (Ansaldo Energia), Berneschi (Banca Carige), Odone (Camera di commercio), Bisagno (industriali), parlamentari, sindacalisti, assessori - il sottosegretario agli Affari regionali Alberto Gagliardi (Forza Italia), commenta: «Si può parlare di evento storico, per il futuro economico e industriale della città, sperando che Genova sappia cogliere queste nuove, importanti opportunità». Del resto, il lancio di Ansaldo Nucleare rientra nella strategia globale di Finmeccanica di valorizzazione delle società del comparto civile del Gruppo che prevede anche il rafforzamento di Elsag, un nuovo accordo tra Ansaldo Energia e Siemens e la prossima quotazione in Borsa di Ansaldo Signal e Ansaldo Trasporti Sistemi Ferroviari.

Lo sottolinea anche il senatore azzurro Luigi Grillo, presidente della Commissione Lavori pubblici e Comunicazioni: «Le parole di Guarguaglini zittiscono quanti, per mettere in difficoltà il governo, sostenevano che il dibattito sui raggruppamenti Finmeccanica 1 (aziende del settore difesa) e Finmeccanica 2 (settore civile) nascondesse in realtà la dismissione di attività essenziali. Genova si rilancia invece come punto di riferimento nazionale di Finmeccanica, non per un’economia assistita, ma per attività in grado di produrre risorse e posti di lavoro».

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