GenovaUna volta, almeno, li chiamavano i «compagni che sbagliano». Ora, macché, sfilano insieme a loro e li additano ad esempio. Il popolo della Cgil paralizza anche Genova e in piazza sommerge di fischi le prime note dellinno di Mameli, poi intona lInternazionale. Sul palco di una centralissima e semivuota piazza De Ferrari ci sono anche Burlando Claudio, professione presidente della Regione, Vincenzi Marta, sulla carta didentità sindaco di Genova, e Repetto Alessandro, formalmente inquilino pro tempore del palazzo della Provincia di Genova. Insomma, loro, le istituzioni, i rappresentanti dellItalia unita, i custodi della sacralità della Costituzione. Se ne vanno indignati? Chiamano le segretarie per chiedere di ripescare nella memoria del pc uno di quei bei comunicati severi che usano spesso e volentieri contro la Lega quando canta il coro del Nabucco di un pur sempre patriottissimo Giuseppe Verdi? Figurarsi. Loro, quelli che si stracciano le vesti per la pagliuzza nellocchio di Umberto Bossi, indossano la trave dellanti-italianità di piazza De Ferrari con la nonchalance delle top model. Anzi, poi corrono in ufficio o alla ricerca del primo microfono utile per diffondere ufficialmente tutto il loro apprezzamento per quanto mostrato dai compagni di lotta e di antigoverno.
Mentre Marta Vincenzi investe la piazza della sua Genova del ruolo di «testimone della pericolosità della manovra», Claudio Burlando commenta i fatti della giornata e dice che «è arrivato il momento di cambiare perché non si può andare avanti così e, visto che questa consapevolezza non arriva dal Palazzo, è giusto che venga dalla piazza». Di cambiare linno, probabilmente, visto che i compagni non sbagliano neppure più.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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