«Anche la Valpolcevera si desta»

«Anche la Valpolcevera si desta»

«La Valpolcevera si desta?», uno slogan provocatorio accompagna la campagna elettorale di Diego Bovo, architetto di 49 anni, candidato al consiglio comunale per il Popolo della Libertà dopo quindici anni a fare esperienza nel consiglio municipale della Valpolcevera. Ha cominciato nel 1997 con la lista di Sergio Castellaneta ed è poi confluito nella lista Biasotti e con gli arancioni è traghettato fino al Pdl con il quale oggi cerca di conquistare voti anche per dare più forza alle delegazioni di Pontedecimo, Bolzaneto e Rivarolo per le quali ha lavorato fino a oggi.
Tutti scappano dai partiti, lei ha fatto il percorso opposto. Come mai?
«Per me l’importante è realizzare i buoni propositi, se con una lista civica o un partito fa poca differenza. L’importante è che entrambe rispondano ai miei valori. Ho scelto il Pdl perché è un movimento più strutturato e forse si può fare un lavoro più costruttivo»
Parte da una realtà molto complicata, ma porta con sé una buona dote di esperienza. I municipi, secondo lei, servono o vanno tagliati?
«È stato fatto un percorso dalle circoscrizioni ai municipi che deve ancora concretizzarsi per dare più autonomia alle realtà decentrate. Ma i veri problemi di Genova sono altri e in Valpolcevera più che sentire parlare del ruolo delle municipalità, la gente vorrebbe una sanità di livello, una viabilità più snella e maggiore sicurezza»
Direi non solo quello visto che da queste parti arrivano i cantieri di Terzo Valico e Gronda dove già insistono quelli per il Nodo ferroviario di Genova
«Infatti, non voglio entrare nel merito dell’utilità delle opere che verranno realizzate. Ma questi progetti devono presentare delle soluzioni temporanee per non bloccare la gente che abita nelle zone interessate dai lavori prima che i progetti partano. Non cadiamo negli errori del passato»
Un professionista che si impegna in politica cerca di allargare i suoi orizzonti o vuole mettere a frutto la sua competenza?
«Ho imparato che nell’impegno politico devi essere pronto ad occuparti un po’ a tutto, ma certo ci sono materie come l’urbanistica che mi appassionano di più e sulle quali sono più ferrato»
Ha un progetto pronto nel cassetto della sua scrivania che vorrebbe presentare al primo consiglio comunale?
«Se le dicessi che ce l’ho direi una bugia. Ho tante idee ma preferisco non essere quello che promette alla gente chimere irraggiungibili. Mi auguro solo che il Comune acceleri sul fronte dell’ospedale di vallata che doveva essere realizzato a San Biagio, poi siamo scesi a Teglia, ora siamo a Cornigliano dove è diventato l’ospedale di fondo valle.

A me sembra soprattutto una presa per i fondelli»
In questa campagna elettorale come ha visto i cittadini che ha incontrato?
«Vedo che le persone sono dubbiose, il mio appello ai genovesi è che per una volta tentino il cambiamento per dare respiro ad una città che soffoca».

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