Aspettavamo il Giro Non per i corridori, ma per le macchine

Egregio dottor Lussana,
il Giro d'Italia e la Milano Sanremo per noi ragazzi erano avvenimenti importantissimi: già al mattino stavamo sui marciapiedi in attesa dei corridori? No, in attesa delle macchine pubblicitarie al seguito. In fondo al rettilineo ne spuntava uno e noi tutti pronti a raccogliere quello che ci gettava. Ricordo un bus enorme dalla forma aerospaziale, eccolo arrivare e bum manciate di oggettini cadere sul marciapiede. Era della Robo, una ditta di Stradella e gli oggettini dadi da brodo: e tutti a riempirci le tasche, anche se poi in realtà a tavola il brodo a noi non piaceva, non perché cattivo anzi... ma non ci piaceva proprio il brodo.
Ecco una locomotiva bellissima, era della Ferrero, e giù formaggini, così chiamavamo quei dolci meravigliosi fasciati con la stagnola gialla; ecco l'auto della Binaca, quanti tubetti finirono nelle nostre tasche, mancavano gli spazzolini ma tanti cominciarono così a lavarsi i denti. Ramazzotti con la sua auto «finesecolo» era ammirata da tutti. Ogni tanto passava qualche auto della polizia: velocissima.


I ciclisti, beh quelli sarebbero arrivati più tardi, ogni tanto rovistavamo nelle nostre tasche e qualche dolcetto finiva in bocca. Una macchina della Gazzetta finalmente annunciava dell'imminente arrivo dei corridori: eccoli ognuno col suo numerino sulle spalle, veloci e noi per tutti offrivamo il nostro entusiasmo battendo le mani.
Bei tempi!

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