Eppure non li dimostra... In un mondo dello spettacolo in continua evoluzione alla ricerca della formula che in nome della novità attiri di più, sul piano dell'ascolto, ma soprattutto della pubblicità siamo costretti a subire quotidianamente l'assalto di cose già viste con ritocchi adeguati all'evoluzione della società, così ci vengono spiegati i volti, sempre gli stessi ma con il baffo in più o il labbro siliconato e ci fermiamo lì per non offendere la pubblica decenza se ancora esiste veramente.
Nonostante il proliferare di spettacoli televisivi e non solo che sembrano vecchi appena nati, noi che siamo di un secolo fa, puntiamo ancora allo spirito e al buonumore che desta in chi la vede la vecchia e cara Baistrocchi che da vecchia signora compie quest'anno i suoi primi 100 anni e non li dimostra alla faccia dei quizszz, delle ricette, di chi cerca di arrampicarsi sugli specchi, oppure fa finta di non sapere chi c'è dietro un paravento e piange più per commuovere chi guarda che per proprio dolore profondo.
Sì cara e vecchia Bai sei rimasta quella di sempre, anzi no. Hai avuto il grande merito di non abbandonare la tua tradizione pur aggiornandoti sui politici di moda a casa nostra e li hai adeguatamente maltrattati riuscendo a dire con una battuta umoristica quella verità che forse tanti genovesi avrebbero voluto urlare in faccia a quei signori, hai seguito l'evolversi della musica e ne hai fatto momenti di piacevole ascolto e soprattutto di attenti sguardi verso l'armonioso danzare del corpo di ballo che come hanno riportato le cronache mondane è stato uno dei più studiati dai grandi scenografi a livello mondiale.
Persino Nureyev si è interessato a questo così poco decantato movimento danzante che ha lasciato il segno... ed è costato qualche caviglia.
Un merito a parte spetta certamente, cara Bai, ai duetti canori sempre così precisi negli «attacchi» da far scuola persino ai più assidui frequentatori dei conservatori musicali... eppure questo fenomeno spettacolare che trascina gli spettatori facendo loro dimenticare per qualche ora i problemi d'ogni giorno noi l'abbiamo visto nascere in diverse sue edizioni in qualche vecchio deposito che per l'occasione assumeva l'ampolloso titolo di «studio», tanto per darsi un po' di arie, e che dire dell'inventiva dei suoi autori, anche loro ormai vicini al secolo, che ho visto spremersi le meningi in ganasce meccaniche capaci di stritolare quasi tutto meno quei crani tanti tenaci e si potrebbe persino arrivare a definire veramente «duri».
E che dire della regia e coreografia che per non essere da meno degli altri in cartellone ha deciso di non guardare più la propria carta d'identità non riuscendo più a riconoscersi nella foto scattata ai tempi dei fratelli Lumière con lo scoppio del fosforo accanto al cavalletto della macchina fotografica
Ed è proprio per tutta questa insuperabile giovinezza che la Bai è riuscita a tornare pere 100 anni sulle scene, pronta ad essere per l'ennesima volta una serata divertente e del tutto particolare... sì, proprio particolare perché nella sua «ingenuità» riesce ad essere gradita e ben accetta, magari a colpi di carta igienica che sono molto più sinceri e veri degli artificiosi applausi che manda in onda la televisione, scusate se è poco.
Il mondo dello spettacolo in generale è alla ricerca di alchimie che purtroppo spesso dimenticano cosa sia la vera esibizione, il fare teatro per essere in mezzo al pubblico prima ancora che per farlo ridere o piangere... per questo cara Bai ci teniamo a te e anche se pensiamo possa essere un sogno proibito non ti vorremmo perdere mai.
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