(...) di polizia municipale, il personale della Capitaneria di porto e le altre forze dell'ordine sono incaricati per la parte di competenza, dell'esecuzione della predetta ordinanza». In sostanza, chi si butta in acqua quando c'è la bandiera rossa, così come chi in autostrada supera il limite di velocità, viola una norma e in quanto tale, incorre in una sanzione. Punto, stop, non si discute. Perché in ballo non c'è solo della vita dei temerari che sfidano le onde, ma anche quella dei bagnini che sono tenuti a buttarsi nella mareggiata per riacciuffare gli impavidi. E non è che si possa mettere a repentaglio la sicurezza altrui per un proprio capriccio. Quindi? «Quindi è un'ordinanza che è in vigore dal 1996 e finché non viene revocata, resta tale - spiega il sindaco di Camogli, Italo Mannucci -. Quando c'è mare grosso, i vigili sono presenti, c'è un servizio di controllo. Non è che noi siamo cattivi e non vogliamo far fare il bagno alla gente, è un motivo di sicurezza. Sa quanti bagnini ho visto buttarsi in mare per salvare le persone che si buttano durante le mareggiate?».
Epperò, a Genova, a distanza di pochi chilometri quindi, lo stesso divieto non viene applicato. Nonostante la ripetuta richiesta dei titolari degli stabilimenti balneari alla Capitaneria di Porto di applicare se non proprio una multa da 250 euro, una sanzione più bassa in modo che faccia da deterrente. Niente da fare.
Per dovere di precisione: l'ordinanza di sicurezza balneare 72/2006 della Capitaneria di Porto di Genova, in vigore lungo il litorale del circondario marittimo che comprende Cogoleto, Arenzano, Genova, Bogliasco, Pieve Ligure, Sori, Recco e Camogli è una sola e vale per tutta la porzione di litorale di cui sopra. Per quanto riguarda la balneazione durante le mareggiate non prevede il divieto di buttarsi in mare e quindi una multa, ma soltanto l'avviso dello stato di pericolo con la bandiera rossa, lasciando al singolo individuo la libertà di attenersi o meno al segnale di rischio. Sta poi ai singoli comuni recepire l'ordinanza a livello regionale o circondariale - precisano dalla Capitaneria di Porto - e aggiungere elementi in più a seconda della tipologia del proprio territorio, così come ha fatto Camogli. Chiamato in causa però Tursi fa notare di «aver ereditato dal demanio le spiagge e di essere responsabile per quanto riguarda i comportamenti a terra - spiega l'assessore all'Ambiente, Valeria Garrotta -, non quelli negli specchi acquei» che ricadono sotto la competenza della Capitaneria. E quindi? Quindi, con la bandiera rossa sulle spiagge della Liguria sventola l'anarchia.
Così come è poco chiaro il regolamento sull'accesso alla battigia, che, stando alle ordinanze in vigore, è destinata soltanto al libero transito delle persone, con divieto di permanenza. Ad Alassio, Lavagna e Pietra Ligure è in vigore il divieto di sosta sulla battigia.
Eppoi la regola dei cinque metri, che vieta di poter lasciare sulla battigia qualsiasi oggetto «di qualunque tipo», compresi effetti personali e indumenti. Che tradotto vuol dire niente asciugamani, secchiello o paletta.
Fare un bagno attraversando una spiaggia attrezzata è ancora un diritto garantito dalla legge, la legge finanziaria 2007 impone l'obbligo per i titolari delle concessioni di consentire il libero e gratuito accesso e transito per il raggiungimento della battigia antistante l'area compresa nella concessione, anche al fine di balneazione. E se dopo aver camminato con i piedi a mollo, volessimo buttarci «anche» in acqua, si può o no? E se poi ci si volesse asciugare? L'unica certezza è quella di non saper dove stendere il telo.
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