Il bicchiere mezzo pieno

Il bicchiere mezzo vuoto è stato vedere amici che hanno litigato fra loro, accapigliandosi sul passato, e persone che fino a pochi mesi fa facevano parte dello stesso mondo portarsi dietro vecchi rancori, come se gli antichi scontri avessero lasciato strascichi che li rendono inconciliabili fra loro.
Il bicchiere mezzo pieno, però, almeno in parte, sono quegli stessi litigi. Perché resto ancora convinto che se uno si accalora per la politica, senza averne interessi immediati e concreti, e magari litiga anche su un problema specifico e sulle diverse misure per trovarne la soluzione, questo sia un valore e non un disvalore. Soprattutto, di questi tempi, dove c'è gente che pensa che nascondersi dietro un nome di fantasia su internet dia il diritto di insultare tutto e tutti.
Il bicchiere mezzo pieno, proprio nei giorni in cui crolla il mito della democrazia assoluta telematica, sta nel fatto che - in una sera di fine estate, con il tempo che regge e che ha regalato ulteriori settimane di ferie a chi può farle - più di cento persone prendono l'auto da Genova, da tutta la provincia, dallo Spezzino, dal Savonese e dirigono verso le colline della Valle Scrivia, per trovarsi a Savignone a parlare di politica. Senza relatori e senza big nazionali, ma solo per sentire come la pensano tante altre persone normali e perbene. Senza la necessità di farsi vedere dal potente di turno, ma solo per amore del dibattito e del bene comune.


Il bicchiere mezzo pieno, persino in un momento in cui è difficile appassionarsi per la politica e in cui è francamente improbo raccapezzarsi di fronte ai posizionamenti di parlamentari uscenti e di parlamentari che sognano di entrare al posto degli uscenti, è vedere deputati e senatori che non salgono in cattedra, (...)

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