«Canto la passione da quando nasce a quando finisce»

«Canto la passione da quando nasce a quando finisce»

Da quando si è fatta bionda, non fanno che chiederle come mai, quasi ci fosse dietro chissà quale strategia. Ma lei, Makika Ayane, cantante dalla voce strepitosa che sta vivendo un momento magico, è anche una «normale» ragazza di 28 anni che ama giocare, anche con il proprio aspetto. Ci risponde al telefono mentre una vocina in sottofondo le chiede qualcosa... «Scusa è mia figlia, stiamo comprando la merenda.. oggi abbiamo le amichette a casa». Mamma giovanissima, moglie fresca di Federico Brugia, sposato d'impeto con la forza che può avere la passione, Malika cavalca il successo con la freschezza dei suoi anni, anche se ha alle spalle una lunga formazione musicale iniziata al Conservatorio «Giuseppe Verdi» di Milano dove dal 1995 al 2001 studia violoncello. Ha fatto parte del Coro di Voci Bianche della Scala con parti solistiche lavorando, adolescente, con direttori d'orchestra del calibro di Riccardo Muti. Il pubblico genovese potrà applaudirla martedì 13 novembre, al Politeama Genovese in un live show che la vedrà accompagnata sul palco dai suoi musicisti: Leif Searcy alla batteria, Marco Mariniello al basso, Stefano Brandoni alla chitarra, Carlo Gaudiello al pianoforte, Giulia Monti al violoncello. A loro si aggiungeranno una sezione di fiati e una di archi. Il suo nuovo disco, «Ricreazione», ha esordito al 2° posto della classifica dei dischi più venduti della settimana mentre «Tre Cose», il primo singolo estratto dall'album, resta il brano più trasmesso dalle radio nazionali. Al disco, il primo di Malika da produttrice artistica, hanno collaborato Paolo Conte, Pacifico, Tricarico, Boosta, The Niro, Paolo Buonvino e altri. E c'è anche un brano inedito per la parte musicale di Sergio Endrigo.
«Ricreazione» è una storia d'amore?
«Sono ben dodici punti di vista sull'amore, scelti da dodici persone... una sorta di monologo interiore, la descrizione minuziosa di uno stato d'animo da parte di chi lo prova. Essendo in fila potrebbero essere riconducibili a una storia. Dodici ritratti, dodici fotografie. La musica di ogni brano nasce da un'ispirazione del passato: una canzone, un'armonia, uno stile che è poi maturato col tempo fino a diventare quella canzone. A parte rare incursioni elettroniche il disco è impregnato dal suono di strumenti classici, quelli che appartengono alla cultura tradizionale».
Al disco hanno partecipato autori importanti, anche Paolo Conte che ha detto di te: «Il colore di questa voce è un arancione scuro che sa di spezia amara e rara».
«Essendo io in questo caso produttrice oltre che interprete principale dell'album ho pensato che i miei amici autori potessero interpretare altrettanti modi di vedere l'amore, avere tanti punti di vista differenti. Il disco ne ha guadagnato. Ci siamo divertiti».
Intanto il singolo «Tre Cose» spopola in radio.
«Con questa canzone racconto un'altra storia di irrazionalità, rischio e passione, quella che ti fa impazzire. È l'istante prima di rispondere a “quella”, telefonata, quella che tutti abbiamo aspettato e temuto, quelladecisiva».
E la copertina del disco? Non è certo usuale.
«Era proprio così che sognavo la cover di Ricreazione. Un'immagine che avesse il sapore dei film della commedia all'italiana, l'ironia della Vecchia Fattoria e i colori di Renoir ne. Un quadro in cui fossi in compagnia di mio marito e di tanti amici».
Com'è cambiato con il grande successo il rapporto con il pubblico?
«Se adesso mi conosce più gente sono contenta, quello che non mi piace è che le persone guardano anche aspetti che non sono della mia professione. Come mai mi sono fatta bionda, il matrimonio...

C'è gente che dice di conoscermi, vuole l'autografo ma magari non mi ha sentito mai cantare».
Quanto ha contato Sanremo? Ci torni quest'anno?
«Ha contato tantissimo, è una manifestazione di grandissima qualità. Mi ha dato tanto, ma non so se andrò. Al momento c'è un tour da portare avanti».

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