«Carissimo» estinto: Tursi fa cassa con i morti

«Carissimo» estinto: Tursi fa cassa con i morti

(...) deciso di rivedere e semplificare le quote del settore servizi cimiteriali per avvicinarsi ad una realtà che negli ultimi anni è radicalmente mutata. «Ormai oltre il 60 per cento dei defunti viene cremato per volontà testamentaria delle persone - spiega Claudio Romani, direttore dei servizi civici del Comune di Genova -. Questo ha permesso al Comune di risolvere il problema degli spazi nei cimiteri cittadini che negli anni scorsi era drammatico trovando ancora spazi per chi volesse realizzare una tomba di famiglia». Addirittura in molti scelgono di portare a casa l’urna cineraria del familiare estinto, e in diversi altri casi le ceneri vengono sparpagliate sui monti o in mare come disposto recentemente da una legge regionale. Altri, invece, desiderano ancora la tradizionale tumulazione in campo aperto, magari con l’idea di raggruppare in uno stesso spazio altri familiari: in questo caso la carenza di terreno si fa ancora sentire e così i prezzi lievitano dai novemila euro per tre metri quadri fino ai cinquantaquattromila per nove metri di terreno a disposizione. Costo che non comprende la costruzione del sepolcro perché la realizzazione della tomba e il costo per il marmista restano a carico del privato cittadino. Alla fine una tomba di famiglia rischia di costare quanto un box o addirittura un bilocale.
Più modeste e competitive con quelle di altre città le tariffe per i loculi in concessione: il loculo colombaro si aggira sui cinquemila euro mentre per il loculo ossario il costo è di circa 500 euro per trent’anni; per il loculo cinerario si parla sempre di 500 euro per una concessione di 99 anni: «Un rincaro, rispetto al 2011, di circa il 3 per cento seguendo l’adeguamento Istat» secondo quanto riferisce Claudio Romani.
Una delibera che, però, lascia molti dubbi nella sua lettura. La denuncia arriva da Lorenzo Pellerano consigliere regionale e anche consigliere del municipio Centro Est per la Lista Biasotti: «Ci siamo trovati a leggere più delibere tutte insieme senza nessuna spiegazione da parte dell’amministrazione comunale, senza la possibilità di poter audire tecnici che potessero illustrarne i contenuti - spiega Pellerano -.

E’ surreale che il Comune stia liquidando in questa maniera atti che interessano il quotidiano dei cittadini. Se leggendo queste delibere sorgono problemi di questo tipo, figuriamoci cosa sarebbe successo se avessero presentato il bilancio».

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