Cronache

Castelletto, marciapiedi come trappole

Marciapiedi sconnessi, buche nell'asfalto tanto infide che spesso, specie nelle ore serali, a malapena si vedono e fanno rischiare la frattura del femore. La situazione di degrado in cui versano le strade pedonali di Castelletto, più volte segnalata su queste pagine, è stata ripresa in una interrogazione presentata in Comune dal consigliere Francesco De Benedictis dell'Italia dei Valori. «La situazione dei marciapiedi genovesi è da tempo critica in gran parte della città - scrive De Benedictis - in particolare in circonvallazione a monte, corso Firenze, corso Magenta, corso Paganini e piazza Goffredo Villa a Castelletto, per citare alcune delle zone considerate “il salotto buono” di Genova i marciapiedi presentano una pavimentazione sconnessa e pericolosa per i pedoni». «Da anni - prosegue il consigliere - le segnalazioni si sono ripetute, sia da parte della stampa, sia da parte dei cittadini, ma tutto è sempre uguale. Servirebbe una mappa delle criticità e dovrebbe essere il Comune a farla, anche per pianificare adeguati interventi».
Sottopassi. Il degrado dei sottopassi cittadini è un altro capitolo dell'azione politica di De Benedictis, che ha presentato una mozione affinché il Comune si decida a redigere una mappatura dei sottopassaggi e a ripristinare quelli che non sono agibili o sono insicuri. «Soprattutto il sottopasso di Corvetto è il regno della sporcizia e dell'incuria, nonostante l'opera di abbellimento fatta qualche tempo fa dagli studenti del liceo artistico Paul Klee, che hanno fatto alcuni murales rovinati dalle bombolette dei teppisti», dice il consigliere dipietrista aggiungendo che «proprio a causa delle sporcizia le persone utilizzano sempre meno i sottopassaggi usando gli attraversamenti e dunque «talvolta creando anche rallentamenti al traffico oltre che rischiare investimenti».
Facciate imbrattate. E sono teppisti anche quelli che imbrattano le facciate dei palazzi, pubblici e privati, senza alcun rispetto nemmeno per i monumenti. «Ripulire le facciate costa moltissimo sia alle casse del Comune per quelli pubblici sia ai privati per i condomini - dice De Benedictis - allora perché il Comune non cerca di impedire che avvengano gli imbrattamenti? Non si può limitare l'azione dei vandali e proteggere in qualche modo gli edifici? Insomma perché non pensarci?
Tombini ostruiti. Dopo il caldo estivo arriveranno le piogge autunnali. Prima o poi dunque il problema dello smaltimento delle acque meteoriche si ripresenterà. «Sarebbe meglio dunque fin d'ora controllare lo stato di caditorie e tombini - consiglia De Benedictis in un'altra interpellanza - anche perché sappiamo tutti che la loro pulizia regolare facilita lo smaltimento delle acque piovane allontanando almeno in parte il rischio di allagamenti. Invece in molte zone della città i tombini sono intasati dal parecchio tempo e addirittura diventano facilmente rifugio di colonie di topi e scarafaggi. Vorrei perciò sapere se la giunta ha stabilito un programma di pulitura dei tombini o se arriveremo impreparati all'autunno».
Via Cechov. L'ascensore del palazzo di Arte, in via Cechov, non funziona ormai da un paio di mesi e chi abita nel palazzo (alto molti piani), ha enormi difficoltà a uscire di casa, specie le persone anziane. Il caso era stato ampiamente trattato dal Giornale e ora De Benedictis lo riporta all'attenzione del Comune con un'interrogazione al sindaco. «I disagi sono enormi - dice il consigliere e anche un'emergenza in questa situazione sarebbe davvero difficile da gestire. Cosa intende fare il Comune? E soprattutto perché tali ritardi nella riparazione?».
Tagli ai disabili. Le famiglie che hanno ragazzi disabili stanno per vivere un'autunno difficilissimo a Genova. Infatti l'Anffas ha dovuto chiudere il centro «Acquidotto» di Castelletto che ospitava 45 persone affette dalla sindrome di Down. «Sappiamo bene come sia la vita di queste famiglie e anche se è stato loro detto che i ragazzi saranno seguiti in altri centri, ma più lontani, loro sono molto preoccupati», dice De Benedictis che chiede al Comune di fare in modo che la chiusura del centro sia scongiurata.

«Forse sarebbe possibile cercare qualche locale in zona, per evitare che i ragazzi debbano ogni giorno spostarsi in un altro centro lontano una quindicina di chilometri».

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