(...) timoniere, uomini e schema di gioco. La Samp che espugna San Siro da neopromossa è davvero una sorpresa. Si dica pure che il Milan non è più quello di un anno fa, che non ci sono più Ibrahimovic e Thiago Silva e pure che ad Allgeri mancavano diversi titolari come Muntari ed Antonini. Ma l'ultima delle neopromosse in serie A aveva comunque di fronte la seconda classificata della passata stagione e quando giochi alla Scala del calcio con certi colori di fronte il timore reverenziale c'è sempre.
Buona la prima, certo, ma si tratta solo di uno squillo. Quindi piedi ben piantati per terra perché l'obiettivo blucerchiato non può cambiare passati i primi novanta minuti per quanto esaltanti possano siano stati. Salviamo i tanti spunti positivi: a partire da un centrocampo solido per cui varrebbe la pena cercare di confermare anche Tissone, ad una difesa compatta fino ad un portiere - Romero - che sarà anche stato all'esordio in A, ma ad ogni intervento appariva tanto tranquillo che sembrava si stesse allenando a Bogliasco. E dire che a Milano, complici anche squalifiche ed infortuni, non si è ancora riuscito a vedere il gioco d'attacco con Maxi Lopez o Pozzi nel ruolo di prima punta. Il vero valore di questa Samp, però, potrebbe essere proprio la grande voglia di crescere dei tanti giovani che ci sono in squadra: gente disposta al sacrificio (vedi Krsticic) che ascoltano le parole del tecnico come il Vangelo la domenica.
E dopo la Sampdoria bunker ma cinica quanto basta, adesso attendiamo il Siena per vedere la squadra brillante e offensiva che Ferrara ci ha promesso.
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