Senatore Giorgio Bornacin, c'è una poltrona per due. Che fa? La lascia?
«Non sono certo io che decido, sono a disposizione».
Risposta facile. Cambiamo la forma: lei vorrebbe il posto da capolista?
«Mia moglie mi ha già detto che la mia ricandidatura sarebbe causa di divorzio, o almeno una giusta causa».
Non la ricordavo così... «politico». Lascia il seggio o la moglie?
«Sono cattolico, il divorzio sarebbe una sconfitta. Diciamo che una separazione sarebbe un giusto compromesso? Scherzi a parte, vedremo nei prossimi giorni. Io sono rimasto nel Pdl perché con Maurizio Gasparri che è rimasto sono come un fratello e perché credo che sia giusto portare avanti il progetto».
Un progetto che molti però danno al capolinea.
«Intanto aspettiamo a dirlo. Gli italiani sono stufi di Monti e delle sue tasse. Ma anche di chi vuole mettere la patrimoniale. Bersani sulla casa non ha mai detto nulla. E poi vorrei ricordare a tutti cosa accadde nel 2006. La Repubblica ci dava sotto nei sondaggi di 10 punti. Quelle elezioni le vincemmo ma governò per poco Prodi solo grazie alla legge elettorale, ai pasticci dei voti della Campania e ai voti dei senatori a vita».
E Prodi cadde proprio al Senato.
«Eravamo dei soldati, pronti a dare battaglia ogni giorno. Alla fine riuscimmo a vincerla».
E ora rivendica giustamente la medaglia di guerra?
«No, il parallelo ha soprattutto un altro significato. Quello di ricordare a tutti che non si scappa alla prima difficoltà. Ora siamo in un periodo meno brillante ma non buttiamo via tutto».
Avanti così, dunque?
«Avanti sulla strada del centrodestra, cercando di migliorarci. Prendiamo l'esempio della Francia. Lì il centrodestra ha vinto e perso, ma non si è mai arreso. È passato da De Gaulle a Pompidou, da Chirac a Sarkozy, ma esiste ed è sempre pronto a governare. Anche noi non possiamo tornare indietro».
In realtà c'è chi sta tentando di rimettere indietro il tempo.
«Sì, i nostalgici di An e Forza Italia ci sono. Oggi non ha più senso. Non c'è più questa divisione e lo confermano le adesioni al partito di La Russa. Non ci sono solo ex An».
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