Cesare Viazzi, pittore antiquario e critico

Mentre a Venezia, a Palazzo Fortuny, nell'allestimento della mostra «Fortuny e Wagner. Il wagnerismo nelle arti visive in Italia» spicca il grande dipinto (tre metri e mezzo per due e mezzo) di Cesare Viazzi La cavalcata delle valchirie, già arredo del Castello Raggio di Cornigliano, contemporaneamente a Genova è uscita la pubblicazione della giovane storica dell'arte Anna Manzitti «Le giornate di studio per il 150° della nascita di Cesare Viazzi», realizzata perché non andassero persi i preziosi contributi alla comprensione del Maestro approntati, tra gli altri, da Germano Beringheli, Alessandra Gagliano Candela, Maria Flora Giubilei, Maria Grazia Montaldo e Giulio Sommariva. L'autrice mette in risalto come Viazzi (1857-1943) sia stato impegnato da una committenza di primo piano e abbia giocato un ruolo da protagonista nel panorama culturale della Genova di fine Ottocento. Le dimissioni dalla cattedra di Figura presso l'Accademia Ligustica, rassegnate nel 1906, ma ancor più l'abbandono definitivo dei pennelli di poco successivo, nel pieno della fama e del personale successo artistico, lasciarono spazio a una straordinaria attività di collezionista antiquariale e di critico d'arte .

Per Beringheli Viazzi fu: «il simbolista più importante che abbiamo avuto in Italia», e «un simbolista vero e originale, simbolista di per sé al di fuori delle Scuole». La pubblicazione, curata dall'Archivio Viazzi, è acquisibile alla libreria Fiera del libro, del Palazzo della Borsa.

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