(...) lattuale sindaco che non se lè sentita di tentare forzature e rischiare di andare in consiglio comunale a cercare punti di convergenza.
Nessun bilancio si traduce in nessun aumento per lImu nellimmediato mentre il Comune potrà spendere «dodicesimi» di quanto aveva in cassa lo scorso anni limitando così le opportunità dinvestimento. Per coprire il deficit di 23 milioni ipotizzato dal taglio dei fondi statali, il Comune di Genova aveva pensato ad un aumento dellaliquota sulla prima casa solo dei multiproprietari dal 4 al 5 per mille, sulle seconde e terze case un aumento dal 7,6 al 10,6 per mille. Una delle tante valutazioni studiate dallassessore al bilancio Franco Miceli che si era trovato a ragionare anche su un aumento secco sulla prima casa dal 4 al 5 per mille o, come avrebbe voluto Marta Vincenzi, la possibilità di censire i genovesi che hanno seconde case in altri comuni e applicare loro una maggiorazione sullImu della prima casa. Tutte discussioni che saranno rimandate a dopo le amministrative e, di qualsiasi colore possa essere la prossima giunta, il lavoro da fare non sarà semplice: in meno di un mese il neoeletto sindaco dovrà chiudere la partita del bilancio e decidere in che modo aumentare lex Ici, «ma se fossi ancora in gara e potessi essere rieletta per un secondo mandato - racconta il primo cittadino - avrei pensato ad unazione di disobbedienza civile e invito i candidati sindaci a metterla in atto per difendere le prime e uniche case dei cittadini». Una Vincenzi in stile berlusconiano quella che sconfessa la tassa sulla proprietà della prima casa e arriva anche a dire che «se non ci sarà una riorganizzazione federale dello Stato, allora passerò allopposizione». Roba che manco un sindaco leghista avrebbe detto.
La scelta del centrosinistra scatena la replica di Pierluigi Vinai, candidato sindaco del centrodestra: «È singolare che uno schieramento politico che ha ampi numeri in consiglio comunale non riesca ad approvare il bilancio e abbia la faccia tosta di presentarsi agli elettori per chiedere la fiducia su un comune programma di governo della città». Un problema che la Vincenzi fa finta di non vedere prendendosela con i tagli statali e le stime sullapplicazione dellImu che, a detta del Comune, sono sbagliate «tra i calcoli fatti dallAnci e quelle del Ministero ci sono divergenze anche del 50 per cento».
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