Costa e Genova, storia di un matrimonio che continua

Costa e Genova, storia di un matrimonio che continua

(...) dolorosissime, visto che Costa a Genova significa centinaia e centinaia di posti di lavoro, con gli uffici della sede di piazza Piccapietra e il call center. Un’importanza strategica in cui, anche questo è il caso di dirlo forte e chiaro, non sempre la città sembra rendersi sufficientemente conto. E così, va ammesso onestamente, in prima fila nella difesa delle crociere c’è stato il governatore Claudio Burlando, sempre attento i temi del lavoro, con i suoi tweet inoltrati alle ore più strane dall’efficientissima Anna Costantini. L’ormai ex presidente della Provincia Alessandro Repetto ha messo nero su bianco il suo amore per Costa e la necessità di mobilitarsi per salvarla e - complice il ruolo decisivo della Provincia nell’istituzione dell’Accademia della marina mercantile, una delle poche buone notizie degli ultimi anni - ha mobilitato una serie di forze per far sentire la propria vicinanza a Costa. E il percorso si concluderà a inizio giugno con un convegno in cui tutta la città porterà (dovrebbe portare) la sua vicinanza alla compagnia. L’unica che batte bandiera italiana, e non è un particolare di poco conto. E poi c’è stata la vicinanza di una parte della città. Senza carte intestate, senza timbri, senza bolli tondi e senza ceralacche. Ma con tanto cuore, come hanno dimostrato i cartelli scritti a mano o stampati con la fotocopiatrice esposti dai commercianti del Civ attorno al Carlo Felice, guidati da Franco Ardoino e dal gruppo di commercianti di galleria Mazzini e di piazza Piccapietra: «Io sto con Costa». Senza bisogno di tante parole, alla genovese.
E quindi, in chiave genovese (e ligure, visto che l’home port della compagnia rimane Savona), assume un doppio significato il battesimo di Costa Fascinosa. Punto di (ri)partenza non solo di una nave, ma di una compagnia. E allora cerchiamo di raccontare tutti gli intrecci nostrani della storia recente di Costa, a partire dal fatto che nelle cerimonie veneziane, fra gli altri, era invitato Nicola Costa, ex sovrintendente del Carlo Felice, consigliere comunale nelle scorse amministrazioni a Rapallo, ma soprattutto simbolo della continuità fra vecchia e nuova Costa. E accanto a lui, oltre ai manager internazionali, tedeschi e a stelle e strisce, anche i due uomini simbolo della genovesità della compagnia attuale, pur essendo foresti: Pier Luigi Foschi e Gianni Onorato, accompagnato dalla bella signora. Elegantissima e genovesissima.
Buttiamole lì tutte le coincidenze e gli indizi che fanno di Costa un elemento imprescindibile per la nostra città e che fanno sì che le frasi di Onorato secondo cui «siamo tornati ai livelli di prenotazione di un anno fa, in anticipo rispetto alle previsioni», siano una boccata di ossigeno non tanto e non solo per la compagnia, ma anche per la città. Tutto, su queste navi profuma di Genova. Dai cantieri di Sestri Ponente, con Fincantieri che ne ha costruite quattro, la Fortuna, la Concordia, la Serena e la Pacifica, a Genova (e racconteremo gli sviluppi del ruolo dell’azienda guidata da Giuseppe Bono nella seconda puntata di questo viaggio), al fatto che siano certificate dal Rina di via Corsica. Con Ugo Salerno, che guida l’ente di certificazione, nei panni di una sorta di capo delle Charlie’s Angels, anzi delle Ugo’s Angels: Claudia Filippone e Giulia Faravelli, la bionda e la mora (o quasi), come nelle migliori tradizioni del telefilm.
Mica finita. Sempre in tema di cantieristica, nella storia di Costa contano anche i cantieri Mariotti di Marco Bisagno e San Giorgio del Porto, che hanno firmato - da ultimo - il restyling di Costa Romantica, trasformatasi in Costa neoRomantica dopo un investimento di 90 milioni di euro e lavori alle riparazioni navali davanti a Carignano nei cantieri San Giorgio del Porto.
Ed è significativo che anche le scelte in materia di ecologia e di raccolta differenziata partano proprio dalla Liguria: sia nella sede della compagnia che al Palacrociere di Savona il riciclo è totale. E il nuovo Palazzo Costa di piazza Piccapietra è uno dei primissimi palazzi italiani a emissione zero di anidride carbonica, con una serie di tecnologie che permette un rendimento finale in termini di consumi del 140 per cento superiore a un edificio tradizionale.
Proprio in questa sede, Foschi e Onorato, insieme al nuovo numero uno Michael Thamm, hanno piazzato il centro di controllo della navigazione di tutte le navi.

Mentre il nuovo centro di addestramento del personale a bordo purtroppo non sarà a Genova: «Serviva un aeroporto adeguato alle nostre esigenze e la nostra città non ce l’ha». Capita anche nelle storie con il lieto fine.
(1- continua)

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