Dai Papa boys ai Doria boys La Saveri diventa comunista

Dai Papa boys ai Doria boys La Saveri diventa comunista

Da Papa boys a Doria boys, potrebbe essere davvero rapido lo spostamento di Simonetta Saveri e della sua Primavera Politica se si verificasse quanto riportato ieri da Il Fatto quotidiano. Il giornale di Antonio Padellaro, nel ricostruire quanto sta succedendo nella campagna elettorale di Genova, concentra la sua attenzione sul voto dei cattolici spiegando che mentre una parte dell’Udc ha scaricato il partito centrista per aderire a Liguria Moderata e sostenere la candidatura di Pierluigi Vinai (candidato “benedetto” dall’Arcivescovo Angelo Bagnasco), la leader dei giovani cattolici è pronta a sposare la causa Doria al ballottaggio già sicura di ottenere per sé un assessorato.
Una scelta che porterebbe la Saveri ad ottenere il premio «Trasformista d’oro» visti i suoi precedenti in politica. Attivista del Popolo della Libertà commentò in maniera pungente l’uscita dal partito del senatore Enrico Musso definendola «scelta disonesta ed eticamente vergognosa», sottoscrivendo un documento vergato da alcuni iscritti al Pdl. Da lì a lì a poco, tuttavia, seguì le orme di Musso lasciando il partito per fondare Primavera Politica e proiettarsi presuntuosamente verso palazzo Tursi. Quindi, la nuova proiezione della Saveri e la possibilità che i giovani cattolici scesi nell’arena politica per dare seguito al messaggio di Papa Wojtyla, diventino una costola dell’alleanza massimalista di Marco Doria.

Quel che pare certo è che dietro ai movimenti della Saveri non ci sia l’ex vicepresidente della Regione Massimiliano Costa: «Chi mi accosta a Primavera Politica dice delle “belinate” - smentisce Costa -. Andrò a votare come libero cittadino ma non per la Saveri».

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