il derby

2DELUSO
Ma senza Cassano e Palombo

che Europa era?
Ho visto con triste dispiacere che la Sampdoria ha affrontato il ritorno di coppa Uefa contro il Metalist senza impegnare nella trasferta in Ucraina i due giocatori più rappresentativi. Cassano e Palombo sono rimasti a casa come le speranze di coloro che speravano ancora nel passaggio del turno. Inutile sottolineare che Mazzarri vende fumo da un bel po' di tempo: «ci teniamo al passaggio del turno e andremo la per vincere» sentenziava dopo la gara d'andata in cui la Samp non tirò mai in porta. Con tutto il rispetto per il povero Bellucci che non sta in piedi e della giovane speranza Marilungo, qualcuno a livello dirigenziale dovrebbe dare una spiegazione alle scelte e alla politica societaria anche se il tutto sembra evidente. Chi ha nel Dna la Sampdoria che scorrazzava in Europa ha ben altro spirito di quel dimostrato a Liegi e a Marassi mercoledì scorso. A questo punto mi chiedo: perché festeggiare lo scorso anno in campionato come un grandissimo traguardo la zona Uefa? È evidente che questa società non ha (o non vuole avere) un budget idoneo per affrontare varie competizioni. La bandiera a 12 stelle torna nel cassetto perché in questa maniera si è disonorato l'impegno europeo preso ed è una figuraccia per la società Sampdoria e i suoi tifosi.

Alessandro Ogliani
2CALCIO IN DECLINO
Campioni d’Italia

che parlano solo straniero
Carissimo direttore, l’Inter, battendo il Milan, si è quasi sicuramente, assicurato lo «scudetto 2009». Complimenti all’Inter. Ma se il titolo va alla società di Milano, i campioni «italiani» sono... tutti stranieri, incluso l’allenatore. Sarebbe come a dire, con immagine figurata, che abbiamo un esercito nazionale ma che il reparto migliore per tecnica guerresca e coraggio viene ad essere... la «legione straniera». E piuttosto riduttivo ed, anche, un poco umiliante. Da noi non crescono più i «campioni» di una volta. Lo ostacola il dissennato acquisto di facce straniere, per lo più, di colore nero. Lo dimostra la scarsa consistenza della nostra squadra «nazionale». Il c.t.

Lippi non «sa che pesci pigliare» ed è costretto ad immettere giovani di belle speranze ma di assai mediocre contesto tecnico. Posso, pessimisticamente, dedurne che il nostro calcio è in declino? Coi più sinceri saluti.

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