2 LA CRITICA
Troppa celebrazione
dei colori rossoblù
Caro Lussana, non perdo occasione di complimentarmi con lei ma questa volta mi sento in dovere di criticarla. Il motivo è semplice e calcistico: la Sampdoria batte in 4 giorni Milan e Inter, apro il Giornale martedì e mi trovo un «bel» pezzo celebrativo per il grande Genoa e il suo ambiente da favola.
Caro Lussana, stavolta non ci sto. Perché mi ricordo il peana a commentare una sconfitta del Genoa per 3-1 (guarda caso contro lInter, guarda caso in Coppa Italia), ad incensare gli eroi di San Siro ridotti in dieci, lepico Scarpi e via discorrendo. Poi quando la Samp vince 3-0 contro quella stessa Inter, in inferiorità numerica, ipotecando una finale che sullaltra sponda non sanno neanche cosa sia (sempre se non si conta lAngloitaliano, ovvio), dando spettacolo con due attaccanti da favola ed un portiere che ha parato anche le mosche, lei cosa fa? Niente, di Sampdoria, Coppa Italia, Cassano, Pazzini e Castellazzi non ne parla, cè da lodare il Genoa. Ecco, questo dal «mio» Giornale non lo accetto perché si tratta di unevidente disparità di trattamento. Con la solita stima ma un po incacchiato.
2 MOVIOLA IN CAMPO
La lezione di Andreotti
La lungimiranza di Scoglio
Caro Direttore, ieri l'eccellente Diego Pistacchi con la sua verve filogenoana e Lei oggi con atteggiamento diverso, avete illustrato due punti di vista che si ritrovano nell'ambito dello spirito rossoblu, estremista e moderato. D'accordo, avete ragione a modo vostro tutti e due. Tendenzialmente si deve non credere ai complotti. Non è dunque strano che alla luce dei reiterati errori arbitrali si continui a pensare male (e come ebbe a dire Giulio Andreotti: non è bene pensare male ma di solito ci si azzecca. Lo zio Giulio, come è noto, è sempre stato celebre per la sua sottigliezza). Siamo sinceri: se facciamo un conto complessivo a fine campionato ci rendiamo facilmente conto che gli errori a sfavore e quelli a favore non si compensano mai completamente. Ci sono squadre penalizzate e squadre esaltate. Essendo acclarato questo, non si capisce perché si continui a insistere da parte di molti (a partire dal presidente della F.I.G.C. dott. Luigi Abete) a non voler introdurre la moviola in campo. Gli apparati elettronici sono in grado di fornire in tempo reale l'immagine della situazione incerta sul terreno di gioco e consentire all'arbitro, che nel frattempo ha sospeso il giudizio, di poter decidere sulla base di una prova incontrovertibile.
A me pare che al punto in cui siamo arrivati credo che non si possa fare altro (non a caso ripetutamente Franco Scoglio nelle sue ultime apparizioni televisive parlava di regolarità a rischio del campionato). Non nego naturalmente che porre un gioco umano sotto il controllo degli apparati elettronici tolga ad esso una sicura parte del suo fascino. Ma dato che sono in gioco quantità di soldi che non sono per niente bruscolini forse sarebbe opportuno calmierare i trucchi, le furberie, gli inganni e le sceneggiate ben degne di altri palcoscenici da parte dei nostri più o meno illustri «pedatori», come avrebbe detto Gianni Brera a suo tempo. Sarebbe altrettanto opportuno costringere gli arbitri ad un maggior rigore e ad una uniformità di giudizio (cui sarebbero costretti dalla moviola in campo). Abbandonando il campanilismo genovese, mi pare che esista un osservatorio che tiene conto di tutti gli strafalcioni arbitrali (giocatori che fanno gol di mano, palloni che non sono entrati ma vengono decretati come gol legittimi, prese da rugby in area che non vengono sanzionate, falli spudorati che vengono tralasciati, attaccanti che al minimo contatto volano in area come fringuelli e precipitano rovinosamente lamentandosi poi come giovinette di primo pelo,ecc.) che è venuto rifacendo la classifica (partendo dall'inizio del campionato). Se Alberto Brandi (a «Controcampo») non ha visto lucciole per lanterne, sarebbe in vetta al campionato il Milan.
Claudio Papini
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