il derby dei lettori

2GESTIONE E SOCIETÀ
Finalmente un po’ di dialogo

sullo stadio Ferraris
Caro Massimiliano, finalmente è comparsa la parola dialogo nel gergo del sindaco Marta Vincenzi. La questione dello stadio Luigi Ferraris si potrebbe incanalare sulla giusta strada. Unica nota da approfondire, prima di qualsiasi consultazione a più interlocutori, è che, tanto per capirsi, uno stadio di calcio non è cosa che si può gestire o che si può intendere come un qualsiasi altro bene economico. O meglio, non è assimilabile nello start up dell’operazione e nella gestione degli eventi ad essa collegata. Mi spiego. Perché il confronto fra le parti diventi costruttivo qualcuno di coloro che intervengono (che si siedono intorno ad un tavolo) è meno uguale degli altri. È chiaro che questo non può essere il privato e quindi non può essere né il Genoa, né la Sampdoria. È ovvio quindi, che sia la parte pubblica, quindi il comune di Genova, ad essere subito la parte «sfavorita». Ma attenzione, se sulle prime questo è vero nei fatti in un’ottica di tipo più privato e meno pubblico a gioco lungo questo difetto iniziale si potrebbe rivelare un vantaggio futuro (se le cose si fanno bene). Il Comune di Genova vanta, infatti affitti, mai pagati dalle società. Ok, questi sono i fatti. Ora, il Comune non deve cancellarli, ma tramutare la cifra in azioni della costituenda Nuova Società che viene a costituirsi con Genoa e Samp. Le due squadre si impegnano contestualmente ad investire le somme dovute in investimenti operativi nell’impianto sportivo, aggiungendo anche una significativa e non trascurabile quota parte sufficiente a realizzare opere condivise fra loro. Il Comune deve restare fuori da questo secondo tavolo, ma partecipare agli utili che la nuova società sarà in grado di generare al termine dei necessari investimenti strutturali. In buona sostanza, il soggetto che rischia in prima battuta è sì il Comune di Genova in quanto vede le somme da percepire dagli affitti non riscosse, ma in virtù delle azioni da esso possedute sarà in grado di esigere utili dalla struttura senza muovere un dito e senza avare alcun genere di costi futuri. La gestione sarà affidata completamente alle due società che rischiano in proprio con mezzi loro. Detto in una parola il Comune rischia subito, ma le società rischiano dopo e con capitali nettamente superiori alla cifra di cui il Comune si priva oggi allo stato delle cose. Fantasia? Realtà? Forse potrebbe rappresentare una buona base di partenza.
Gian Luca Fois
2DIETROLOGIE
Il ghiaccio della discordia

e la partita non giocata
Ma quanto è che non si gioca? Lo avevo detto, proprio qui sopra, non giocare per così tanto tempo è pericoloso. E quell’attento osservatore del mondo sportivo genovese che corrisponde al nome del Signor Anzalone accorto, lo sapeva, e proprio per evitare polemiche e dietrologie voleva, a tutti i costi, che si giocasse in barba al ghiaccio sugli spalti e ai tornelli la gara del Genoa col Bari, orsù vivaddio mica il calcio lo si gioca sugli spalti, avrà pensato, sapeva, o certamente immaginava il Saggio Amministratore, che l’astinenza da calcio avrebbe innervosito tutti e portato a discussioni anche inutili, non c’è che dire ci sarebbe da ringraziarlo per questo, insomma ci voleva evitare tutto quello a cui stiamo assistendo. Quindi, tutta la sua attenzione e solerzia era a buon fine, era per il bene del Genoa e noi Genoani siamo così miopi da chiederne pure le dimissioni. E poi, guarda te quel «cattivone» di Presidente che ci ritroviamo, che razza di comunicato e intervista sul secolo ha sciorinato contro il preciso Signor Anzalone e la sua giunta. Direbbe Piccinini, «non và». E pensare che se si fosse giocato il campo e il pallone l’avrebbero fatta da padrone e invece eccolo lì, che quello che molti genoani intuivano da tempo, a torto o a ragione, è stato detto a chiare lettere sul giornale a maggior tiratura della Liguria e in prima pagina, e tutti abbiamo pensato «ma va là allora a pensare male ci si becca». Ora tornando serio, o meglio rimanendo serio, a me sfuggono alcune cose: - la prima, ma qui mi pare non mi risponda nessuno, cosa interessava al Comune che Genoa Bari venisse disputata regolarmente, la seconda: - dove prende informazioni il Signor Anzalone sulle norme e regolamenti FGCI e applicazioni da parte della stessa per comminare sanzioni, perché affermare che Comune o sua società partecipata vista l’inagibilità del Ferraris, sarebbero stati multati dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio è quanto meno, e detto da amministratore comunale, sbalorditivo a meno che il Comune o Sportingenova non siano società affiliate alla Federazione e allora in quel caso l’ignorante sono io, la terza è molto semplice, conoscendo, io, come si muove la Procura Federale in termini di inizio indagine, se non è stato lo stesso Assessore a interessare gli uffici di Stefano Palazzi, come da Lui confusamente, almeno per me, asserito in un intervento su Telenord chi sarebbe stato? Non è che non vivo senza sapere queste tre cose, però sapete la curiosità... Anche perché quello che quel «cattivone» di Preziosi dice a chiare lettere sul secolo di oggi, sabato 2 gennaio, è appunto talmente palese che le risposte ci sono eccome, basta leggere l’articolo. Mi piacerebbe soltanto sapere la posizione del Comune e dell’Assessore allo sport. Ora continuando a parlare seriamente veniamo a quanto dichiara oggi il Presidente del Genoa. Be credo non si vada molto distanti dalla verità il definire un quadretto desolante, per un genoano, quello che viene abilmente dipinto e raffigurato.

Il pensiero che l’Amministrazione Comunale remi contro e sia avversa a uno dei beni più importanti e qualificanti della Città, a un Club che da lustro e visibilità Genova e appassiona una larghissima parte di cittadini a cui legano cuore e passioni, rattrista. Le cose sono due o è vero o non è vero. Ipotizziamo la seconda ipotesi, allora perché Preziosi e il Genoa farebbero una simile denuncia? Incomprensibile, che giovamento ne avrebbero?

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