2 BABY ROSSOBLÙ
Il rimborso del Camp
mai arrivato
Nel mese di aprile 2011 decido di far partecipare mio figlio di 13 anni al Camp del Genoa che si sarebbe tenuto ad Acqui dal 03 luglio al 09 luglio.
Faccio quindi un bonifico di 200 euro per caparra. Succede però che a fine maggio mio figlio si frattura il 4º dito del piede destro.
Telefono quindi ai responsabili del Camp per rinuncia, mando il fax con prognosi e diagnosi e mi viene comunicata la resa tramite bonifico della somma spesa.
A tuttoggi (05 dicembre 2011), nonostante quattro o cinque volte abbia chiamato e ogni volta sia stato rassicurato sul rimborso, non ho visto nulla.
Ora, secondo me avrebbero fatto più bella figura se subito avessero detto che non se ne poteva fare niente; magari potevano dirmi «Guardi, diamo a suo figlio il kit originale del Genoa CFC a cui aveva diritto andando al Camp»; lui sarebbe stato contento, io, vista la spesa per due magliette e accessori un po meno, ma almeno avrebbero evitato una figura barbina con tanto di lettera al Giornale.
2 LETTERE INTERROTTE
Mi manca la tenzone
con la «cugina» lettrice
Spettabile Redazione Genovese de il Giornale; è da tantissimo tempo che non leggo più le opinioni della signora Bagarelli; che spero in buona salute, agguerrita più che mai nel seguire e difendere le vicissitudini della Sua squadra, ed alla quale invio cordiali saluti ed auguri per le prossime Feste.
Cordialmente,
Luigi Parodi - Courmayeur
2 PAROLA DI POLIZIOTTI
La violenza non è colpa
dello stadio Ferraris
Non è veramente più accettabile che in occasione di manifestazioni sportive si cerchino continuamente spazi per dar sfogo alla deficienza di quelle persone (ormai per fortuna meno che gli scorsi anni) che si fanno chiamare tifosi, i quali fanno della violenza una normale continuazione dell'incontro di calcio, ovvero: prima i giocatori e poi tocca a noi. Considerazioni che a maggior ragione valgono dopo gli incidenti che si sono verificati maertedì sera in via Buozzi a Genova, al termine dell'incontro di calcio Genoa-Inter.
Crediamo che l'ordine pubblico, non sia un problema solo nelle adiacenze dell'impianto sportivo, come qualche associazione asserisce dicendo che lo stadio Ferraris non è a norma, e ieri abbiamo avuto l'ennesima dimostrazione che le problematiche possono sorgere in qualsiasi momento e luogo, anche non necessariamente nelle immediate vicinanze della sede dell'incontro. Allora la soluzione quale sarebbe? Considerare tutta la città di Genova non omologata a far svolgere nel proprio territorio comunale eventi sportivi? Crediamo che le soluzioni si possono trovare, ma percorrendo strade agibili e non arrampicandosi sugli specchi.
Anche in Italia deve passare il concetto di cultura del Calcio come evento di svago e divertimento, non come un'arena in cui quei tifosi violenti si travestono da pseudo gladiatori frustrati dalla loro vita. Inoltre crediamo che sia giunto seriamente il momento di coinvolgere i club d'appartenenza dei tifosi implicati in scontri, considerando una loro responsabilità oggettiva ed iniziando a fare pagare realmente i danni provocati dagli stessi tifosi.
Matteo Bianchi
segretario provinciale Coisp
Genova
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