2LAMAREZZA DI MOLTI
Caro Silvio, ripulisca il Pdl
da chi ci ha tradito anche stavolta
Caro Presidente Berlusconi. Comprendiamo la Sua amarezza nellaver constatato di persona linesistenza di riconoscenza, amicizia, sincerità, gratitudine, affetto tra coloro che Lei ha fatto riemergere dal fango, dove sguazzavano ed aiutati a trovare uno scranno prestigioso e, purtroppo, remunerato troppo generosamente. Pensava di poter fidarsi di cotanta ciurmaglia perché ponderava: «Li ho mondati dalla melma, li ho fatti diventare adulti ed onesti (?), se non hanno acquisito il giusto senso della Stato ora, quando lo assimileranno». Ebbene? Non lo assimileranno mai. Hanno adocchiato, nel trogolo della politica politicante, un tozzo di pane in più e sono ritornati a sguazzarvi. Il pantano dal quale Lei ha tentato di toglierli, ha risvegliato in loro listinto atavico e si sono ributtati nel lordume.
Le hanno girato le spalle? Le hanno girate anche a noi! La Sua delusione è inimmaginabile? Anche la nostra! È indescrivibile? Stiamo molto male anche noi!
Presidente Berlusconi, Lei è stato sempre pieno di iniziative. La Sua forza è la nostra forza. Reagisca, santo cielo! Non corra dietro al ciarpame che La sta abbandonando. Contrattacchi e ci dica cosa possiamo e dobbiamo fare per aiutarLa. Ci «consenta» di darLe una mano. Lei ha fatto tanto per noi; permetta a noi di fare qualche cosa per Lei. Se vorrà e spero lo voglia, potremo continuare nel cammino iniziato insieme tanto tempo fa e, mandando via a calci negli stinchi disertori e traditori, ripulire il nostro Pdl o, addirittura, rifondare Forza Italia. Non si abbatta. Siamo in tanti, tantissimi. Non ci abbandoni. Ci conduca alle urne e ricominciamo. Noi vogliamo Lei e, spero, Lei voglia noi. Sursum corda!
2IL GOLPE DA EVITARE
Chi vuole le elezioni non è un falco,
ma pretende il rispetto delle regole
Sono, convintamente, dalla parte di Giuliano Ferrara e di quanti, non pochi a giudicare dai sondaggi, sperano che l'anno nuovo si apra con le elezioni, le «elezioni sotto la neve».
Sono un «falco», non credo; un irresponsabile, «ma mi faccia il piacere!» direbbe Totò. Piuttosto non ne posso più di tutto questo allarmismo prezzolato che alla fine ha costretto un Presidente del Consiglio, di uno stato sovrano (sovrano?) liberamente eletto con ampio suffragio, a dimettersi senza un voto di sfiducia vero, che desse un volto ai volta gabbana che inquinano la nostra politica.
Voglio andare alle elezioni perché è l'ultima occasione che Berlusconi ha di far saltare veramente il banco, per quanto sia giusto prendere atto delle scarsissime possibilità che tale mossa possa sortire. L'intervista a Urbani, apparsa sul Corriere della Sera, esprime il rammarico di tutti quelli, tanti, che avevano sperato che la discesa in campo di Berlusconi potesse - dopo la pessima prova di sé data dai politici della «Prima Repubblica» - segnare sul serio un cambiamento della politica nazionale. Se, invece, Berlusconi cederà alle subdole richieste di appoggio ad un «governo tecnico», guidato da un neo-politico, segnerà, contestualmente il fallimento totale e definitivo di tutta la sua azione politica. Quando nel '94 Forza Italia vinse a sorpresa le elezioni, Berlusconi ebbe la forza di fare - almeno in parte - un bel repulisti di tutto il vecchio armamentario della politica (e dei politici) degli anni precedenti; detto per inciso, i veri responsabili del disastro economico che oggi attanaglia il Paese e che non pagheranno nemmeno i loro figli, ormai già tutti comodamente piazzati in posizioni inossidabili di sottopotere ben remunerato. Poi, a poco a poco, i vecchi marpioni dei palazzi, spalleggiati da giornali, poteri forti et alia varia si sono rifatti sotto. A poco a poco lo smalto dei primi giorni si è dissolto e la stessa Forza Italia è stata messa sotto assedio e in scacco da politici d'antan, dai «signori delle tessere», come appunto sottolineava Urbani.
Cedere adesso vorrebbe dire perdere anche l'ultima battaglia. Fallita la rivoluzione liberale, fallito il tentativo di disinnescare il corporativismo imperante che blocca l'Italia, fallita la possibilità sacrosanta di riformare il sistema giudiziario, il passo indietro segnerebbe il momento della resa totale. Addio al conato di riformare in senso «semipresidenziale», bipolare e maggioritario il sistema politico italiano, addio alla ovvia pretesa che dovrebbe avere ogni cittadino di veder governare il Paese da colui che ha vinto le elezioni. Soprattutto, però, la resa incondizionata ai suoi nemici più acerrimi: alla vera «casta», quella dei politici di professione, contro i quali aveva mosso i suoi primi passi in politica. Sarà la vittoria dei Casini, dei Fini, dei Bersani, dei Veltroni, dei Napolitano e via discorrendo: di tutti quelli che non hanno un mestiere, non hanno un titolo, non hanno mai lavorato (e, quel che è peggio, se non facessero politica non saprebbero far alcun lavoro) e nella loro vita non hanno saputo fare altro che approfittare del potente di turno, blandendolo, adulandolo, conquistandosene, un po' per volta, la fiducia... Ahimé, mal riposta.
Serve un ultimo rigurgito di ottimismo. Berlusconi deve tornare a fare il Berlusconi. Gettare il cuore oltre l'ostacolo, andare contro ad ogni più ragionevole e prevedibile esito di sconfitta, sparigliare il gioco, iniettare negli occhi dei nemici il terrore che, se li vedesse inopinatamente sconfitti, li condannerebbe all'anonimato più cupo. Questa volta da solo, senza alleati vorrei che Berlusconi regalasse ancora una volta all'Italia l'illusione che di tutto questo carrozzone di incapaci ci si possa veramente liberare!
Remo Viazzi
Consigliere comunale Pdl Genova
2ANCHE NAPOLITANO È COLPEVOLE
Da amministratore indipendente
vedo i sotterfugi del palazzo
Mentre il Presidente del Consiglio si ritira ad Arcore con i propri figli, il nipote di Mussolini trasforma la camera dei Deputati, in sede partitica, per le riunioni dei dissidenti, e consegnare i gagliardetti e le bandiere rosse per la marcia su Roma. Abbiamo un Capo dello Stato, nella persona del Sig. Napolitano, che dovrebbe vigilare per le competenze dellamministrazione dello Stato Italiano, ma dal «Colle» nessuno vede.
Io sono nato nel 1929, e nella già lunga vita, non mi sono mai occupato di «politica» e per questo la mia mente è ancora sgombra da ideologie partitiche.
Dopo il mio lavoro, mi sono occupato di amministrazioni varie, e per ultima quella del mio Comune, dichiarando alla prima riunione la mia indipendenza, e quindi nessuna colorazione.
I Cittadini ci hanno eletti, ed il mio impegno è stato totale, da assessore e vice Sindaco. Ma quando mi sono accorto che il mio impegno veniva disatteso, ho presentato le mie dimissioni. Portando a termine il mio impegno per lamministrazione della casa di riposo, col relativo passaggio nei nuovi locali ad amministrazione Cooperativa.
Pietro Cabona
2OPPORTUNISTI SEMPRE IN PISTA
Il triste spettacolo offerto
da chi idolatrava il Cav
Caro Lussana, gli aggettivi si stanno... sprecando. Uno è il «traditori» riservato, secondo chi scrive non tanto peregrinamente, a chi ha affossato il Governo Berlusconi IV. Tra di essi c'è chi ha voluto il Cavaliere come testimone di nozze, e chi la cui presenza l'ha caparbiamente e affettuosamente desiderata alla Prima Comunione del figlio. C'è pure una femmina che da Silvio ha avuto notorietà, costante presenza alle trasmissioni di una delle sue televisioni, insomma, ci ha «convissuto» per dieci lunghi e felici anni. Io, nel mio piccolo, adopero un aggettivo, «incivile» per identificare chi ha lasciato in un recesso della via ove risiedo il materasso strausato, impregnato di visibili «umori» ed «escrementi» dell'umana razza, già dodici giorni fa. Questa invenzione del genio umano, che è anche sollievo per persone stanche oppure malate, ha fatto brutta mostra di sé per una quindicina di giorni e gli operatori ecologici della mia Cittadina, per tutto quel periodo, si son guardati bene dal rimuoverlo, forse per far risaltare ancor più l'inciviltà delle umane genti. Mi chiedo: se individuato, il tizio, lo si potrà «Costituzionalmente» privare del Certificato Elettorale?
Invio cordiali saluti.
Luigi Fassone - Camogli
2LA NOMINA DEL SENATORE A VITA
Le basse manovre politiche
di chi ha scelto Monti
Buongiorno, mettetela come volete, giratela come volete, ma io mi sono sentito TRADITO. Il Pdl ha vinto le elezioni e, quindi, se non è più in grado di governare, grazie anche ai voltagabbana, si deve ricorrere a nuove elezioni.
La nomina di Monti a senatore a vita mi sa tanto di bassa manovra politica, il momento per lo meno inopportuno.
Che cosa sarebbe successo se Napolitano avesse nominato senatore un economista di area Pdl?
Mi pare di sentire Bersani...
Cordiali saluti.
Gustavo Basevi - Genova
2CONTRO GLI IRRICONOSCENTI
La preghiera dei Seniores
per far trionfare la «giustizia»
Carissimo Presidente noi Seniores di Genova desideriamo farle avere tutto il nostro affetto, tutta la nostra riconoscenza per quanto Lei ha fatto - e speriamo con tutto il cuore farà - per la nostra amata Italia.
La responsabile Metropolitana
Giuliana Valle Pierrottet
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