2 INDULGENZA NEI CONTROLLI EDILI
La concorrenza sleale degli stranieri che manda in rovina le ditte nostrane
Le imprese edili «nostrane» oltre a dover fare i conti con la forte crisi economica che ha colpito il settore e con la stretta creditizia generata dagli istituti bancari, devono lottare contro una sistematica concorrenza sleale attuata dalle imprese «straniere» operanti sul nostro territorio. Tale concorrenza sleale consiste nel ricorrere alleconomia sommersa, ossia allimpiego della maggior parte dei lavoratori con modalità irregolare (alcuni di questi sono addirittura anche clandestini!!!). Levasione contributiva che ne deriva (e che va ad aggiungersi a quella erariale tramite lomissione di versamenti Iva, Ires, Irap, Irpef) crea loro un notevole risparmio che si riflette sullacquisizione di commesse (anche di natura pubblica!) a prezzi irrisori.
Ma ciò che più sconcerta e indigna è il lassismo e lindulgenza che le autorità preposte al controllo evidenziano nei confronti di tali imprese «straniere», vuoi per timore o, più razionalmente, perché consce del fatto che il recupero pecuniario, derivante dal relativo verbale daccertamento, sarà eluso con la perentoria dismissione dellazienda e la fuga allestero dei titolari. Questa constatazione trova conferma dal fatto che gli strumenti per scovare le imprese che operano nellillegalità vi sono e sono assai efficaci! Infatti basterebbe accertarsi dellidentità degli operai presenti nei vari cantieri e verificarne la loro effettiva iscrizione nel Libro unico del lavoro, nonché la loro presenza nei flussi mensili Uniemens diramati allInps. Basterebbe inoltre controllare se il fatturato dellazienda risulta congruo e coerente con il numero di dipendenti dichiarato, con il costo del lavoro sostenuto e con le imposte contributive (ed erariali) versate.
Se si continuerà con queste premesse, le imprese edili «nostrane» tenderanno allestinzione, quelle «straniere» prolifereranno a dismisura, e levasione ai danni dello Stato di certo non diminuirà.
2 LASTENSIONISMO SUPERIORE AL 50%
I genovesi hanno bocciato i sindaci:
le consultazioni vanno ripetute
Nella mia carissima città natia, Genova, nella quale peraltro da decenni non sono residente e quindi non vi esercito il mio diritto di voto elettorale, i genovesi che hanno esercitato il diritto di voto sono stati ben inferiori al 50% degli elettori con diritto di voto iscritti nelle liste elettorali civiche. A questa constatazione numerica ha fatto seguito una semplice riflessione, i candidati genovesi per la responsabilità civica di «sindaco» sono stati respinti in blocco e di conseguenza politicamente oltre che eticamente sarebbe dobbligo ripetere la consultazione popolare con altri candidati, mentre un commissario prefettizio nominato «pro-tempore» dovrebbe gestire il Comune.
Così non è e non sarà, alla faccia della conclamata rappresentatività democratica detta anche allarticolo 1 della Costituzione repubblicana del 27-12-1947, «la sovranità appartiene al popolo», che dovrebbe esercitarla nelle forme e nei limiti di legge che - ci dicono - è quella costituzione. I signori Doria e Musso, bocciati dal «popolo genovese» invece di sparire, hanno parlato ed offeso la maggioranza dei genovesi non votante, ma certamente sovrana come tale, non meno della minoranza votante.
Mauro Navone
2 LINDIPENDENZA DELLA LUNIGIANA
Il trasloco di Zeri in Liguria?
Il primo passo per creare la Lunezia
Si muove qualcosa? Forse è il caso di dire «sì, qualcosa si muove». A fronte delle risoluzioni politiche espresse dal neo sindaco di Zeri, Egidio Pedrini, personaggio che conosciamo da lunga pezza e di cui apprezziamo lapertura mentale e la rapidità del fare. Pedrini ha espresso la volontà di traslocare, come Comune di Zeri, nella Liguria, terra assai più affine della Toscana a tutto il territorio lunigianese: nel panorama amministrativo della Lunigiana, ripetitivo (con lesclusione di Pontremoli, ma i pontremolesi sono gente colta) desolante e financo disperante, finalmente qualcuno che ha il coraggio delle idee. Pedrini afferma che aiuti per Zeri da parte della Toscana non arrivano e dunque lui pensa alla Liguria, ma sa di certo, Pedrini, che la conchiusa ideologia toscana è più lontana dalla Lunigiana tutta che le isole Barbados, Lunigiana, i cui usi e costumi, gli idiomi, le propensioni sono tutte liguri e in qualche caso emiliane. Chiediamo a Pedrini di mettersi a lavorare intorno a un grandioso progetto e indire, come primo atto politico, un referendum popolare per staccare la Lunigiana dalla Toscana, la Lunigiana e la sua Provincia di Massa e Carrara, soprattutto Carrara.
Un referendum come premessa alla creazione di un territorio storico di bellezza straordinaria e altamente produttivo, Lunezia, che aspetta da secoli la sua nascita e oggi più che mai saffida alle menti come quella di Pedrini, menti insofferenti di legami arcaici e proiettate verso un futuro denso di potenzialità.
Nicla Ghironi
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