2 IL DEPURATORE DI QUINTO
Ora dinverno dobbiamo
ripulire bene il mare
È appena iniziato l'anno 2011 e con l'arrivo dell'estate ci ritroveremo con gli stessi problemi da anni irrisolti.
Con l'entrata in funzione del nuovo depuratore di Quinto sembra che la situazione sia leggermente migliorata ma persistono i soliti difetti: emanazione di cattivi odori e sversamento di troppo pieno molto frequente.
Di conseguenza sul litorale del levante l'unica occasione per tuffarsi in acque discretamente pulite è quella di sperare nella combinazione: corrente marina verso ponente e vento di tramontana almeno nelle ore notturne. In caso contrario, ovvero con corrente da ponente verso levante tutto l'inquinamento del porto di Genova e del centro storico arriva oltre il monte di Portofino pregiudicando la balneazione e la pesca dei pochi pesci rimasti. Anche a causa di ciò, anno dopo anno, la quantità di specie ittiche si riduce notevolmente rispetto al passato, considerando che la distruzione dei fondali iniziata negli anni 60 con le indiscriminate discariche a mare di materiale argilloso che ha distrutto molte «tane» dove il pesce poteva riprodursi e difendersi; dall'inquinamento e dal lassismo imperante di chi non fa rispettare le leggi vigenti come la indiscriminata pesca a strascico, i cui pescherecci rastrellando sottocosta distruggono tutto quello che incontrano nel loro percorso compreso le superstiti praterie di posidonie. Tutto ciò avviene malgrado numerose tavole rotonde e convegni effettuati nel corso di questi ultimi 40 anni, dove persone altamente qualificate: scienziati, tecnici e appassionati del mare lanciarono il grido di allarme parlando chiaro.
Di fronte al programma che prevedeva l'osservanza rigorosa delle leggi vigenti, «isole di ripopolamento» furono affondate vecchie «chiatte» nel Tigullio e a Loano con i finanziamenti della Comunità Europea fu costruita con risultati positivi una barriera in blocchi di calcestruzzo simile a quella costruita al largo del Conero (Ancona) e ultimamente l'istituzione del Parco Monte Portofino con la realizzazione di una area marina protetta da ogni tipo di pesca, malgrado che il sottoscritto nel 1986 presenziando alla inaugurazione della barriera di Loano, dalla ditta romana specializzata in questi lavori ottenni tutte le informazioni necessarie per proporre al Comune di Genova una simile iniziativa. La proposta regolarmente presentata dopo un iter burocratico durato un paio di anni, fu accantonata. Essa prevedeva, con la sola spesa della progettazione, un'isola di ripopolamento al largo della spiaggia di Sturla ad una profondità tra i 18 e 25 metri. In un'area di circa 3 Kmq. la posa di un nucleo costituito da 30 piramidi distanti tra loro 25/30 metri formate da blocchi cubici di mt 2 di spigolo, su cui venivano praticati dei fori da servire come tana sia per le specie ittiche che prediligono rifugi a più aperture sia per quelle che le vogliono chiuse.
Quest'opera poteva contribuire a ristabilire l'equilibrio naturale ora alterato, ma soprattutto la protezione e lo sviluppo della posidonia che un tempo con le sue praterie tappezzava le coste fino a 40 mt di profondità, vero polmone del mare, che produce ossigeno, da protezione, alimentazione alla fauna e inoltre rallenta notevolmente il moto ondoso impedendo maggiori danni alle costa nel corso delle mareggiate.
Con la presenza di queste barriere si è constatato che il quantitativo di pescato circostante il rettangolo protetto risulta triplicato rispetto alle altre aree come quelle genovesi «indifese». Questo è il motivo che nei mesi di luglio e di agosto il dilettante che pesca lungo le coste genovesi ha l'impressione di pescare in una vasca da bagno. Credo che continuando con questo ritmo, molti pescatori professionisti in un prossimo futuro saranno costretti ad abbandonare questo lavoro.
Assessore Ambiente Municipio Levante
2 POLITICA IN RIMA
Il Cavaliere resta in sella
altri son finiti in padella
La sfiducia
Nonostante tutti dentro
da Bersani al «buon» Tonino
con tutto quanto il centro
fino ad Italo Bocchino,
la sfiducia non cè stata
il Cavaliere resta in sella
chi ha girato la frittata
è finito lui in padella.
È successo che a volare
le colombe son tornate
e hanno fatto naufragare
le certezze programmate,
eppoi Razzi e Silipoti
hanno detto un grosso no
e con questi altri due voti
Fini è andato cappaò.
Antonio Urbano
2 SACERDOTI DEGITTO
La strage dei cristiani
non riguarda i nostri don?
Caro Dottor Lussana, il Papa, condannando la strage di cristiani ad Alessandria d'Egitto, l'ha definita come merita «vile gesto di morte». Finora sull'accaduto non si sono pronunciati, nella mia regione, due «Don» molto popolari, Andrea Gallo (quello pronto a sfasciare le librerie della Mondadori) e Mario Farinella, quello che sogna di buttare Berlusconi «a mare, al polo artico, o in galera».
Talvolta, lo sdegno, che immagino latente, non viene fuori. Che i due «Don» siano stati distratti per via delle fatiche Natalizie? Forse sono convinti che la cristianofobia che si sta sperimentando nei Paesi musulmani derivi dalle Cristiane marachelle iniziate con le Crociate e non terminate secoli dopo nei pressi di Vienna, a Lepanto e nelle Asturie?
Saranno ossessionati dalle azioni di quei cattivoni di G. W. Bush e Tony Blair? (Quest'ultimo si è addirittura convertito al cattolicesimo, ma si può?...). Ora che ci penso, però, Andrea Gallo ha titolo per essere vieppiù distratto, è stato appena eletto «Ligure dell'Anno» dai lettori del Secolo XIX...
Con l'augurio che codesta mia trovi... ospitalità. Cordialissimi saluti.
Luigi Fassone - Camogli
2 INNI CHE NON CI RIGUARDANO
Il Carlo Felice
e la marcia di Radetzky
Spettabile redazione genovese de il Giornale, da quando Madame snocciola sentenze, questa è la seconda volta che concordo con lei: la prima quando ha affermato che il professor Pericu non è stato il peggior sindaco di Genova (e come darle torto?!?); ed adesso che contesta l'esecuzione al concerto di capodanno al Carlo Felice della marcia di Radetzky, che nulla c'azzecca - per dirla con il molisano - con una ricorrenza italiana; solo che, contrariamente a quanto reclamato da Madame, l'Inno di Mameli si sarebbe dovuto suonare in apertura, non certo in chiusura, del concerto.
Auguri di buon proseguimento e cordialità.
Luigi Parodi - Courmayeur
2 SPRECHI PUBBLICI
Le pensiline Amt
che non riparano nessuno
Vi siete mai domandati a chi ha fatto comodo in questi anni il contratto con la Cemusa per le modernissime pensiline Amt, non certo ai fruitori di detto servizio. Certamente alle casse comunali, dalle quali però sembrano uscire sempre meno servizi!
Qualcuno prova mai a sostarvi in attesa di un bus quando piove, tira vento e fa freddo? Forse sono progettate per una città spagnola della costa, e non per una città come Genova con quartieri in collina, in zone dove tira forte il vento...
Persino in quella più grossa di fronte alla prefettura si prende l'acqua stando dietro dietro... e molti per ripararsi dal vento dove stanno? Fuori!
Per mia fortuna prendo poco il bus, ma mi ci sono trovato nelle condizioni sopra descritte, e penso a quelle persone, magari con bimbi in braccio, che sono costrette a utilizzarlo tutti i giorni.
Certo il Signor Sindaco e tutti i dirigenti che prendono certe decisioni hanno sicuramente una macchina (magari non di tinta blu) che li aspetta e li porta in giro...
Viviamo la città al pari del cittadino normale.
Marco Duma
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