il dibattito in redazione

il dibattito in redazione

2MUSSO CANDIDATO
Merita rispetto

e ascolto da tutti
Carissimo Massimiliano, terminato il 2010 tra polemiche, chiarificazioni, abbandoni e richiarificazioni... si apre il 2011 con un nuovo apparente scenario!
Il Sen. Musso ha pubblicamente dichiarato la sua candidatura a Sindaco per il 2012. Lei sa che ho sempre ritenuto e tutt'ora ritengo che il Senatore sia il candidato ideale non di una ristretta componente politica, ma di un'ampia fascia elettorale genovese, perché questa città ha bisogno di «aria nuova», non più fossilizzata in vecchie «nomenklature»!
Enrico Musso è, per me, il volto di questa possibile svolta: ha grandi e riconosciute capacità economiche, ha sì giovane esperienza sul piano politico ma è fortemente sostenuto da intelligenza vivace e innovativa e nutre, cosa non da sottovalutare, grande amore per la sua città.
Ma credo, altresì, che lui così come tutti coloro che candideranno la propria persona alla carica di Sindaco, aldilà delle proprie opinioni e ideologie, meriti rispetto: un anno e mezzo ci separa dalle elezioni amministrative e questi candidati hanno il diritto (ed il dovere!) di lavorare ai loro programmi con grande serenità per aiutare Genova ad uscire da questo «empasse» che da troppo tempo la sta schiacciando.
Quindi, anziché criticare prima ancora di conoscere i contenuti, perché non imperniare il 2011 sull'ascolto e sul dibattito sì ma costruttivo: un modo per esprimere un grande senso della democrazia e rendersi pienamente partecipi ai programmi elettorali, secondo la propria ideologia, la propria scuola-pensiero o le proprie aspettative, che prenderanno corpo, man mano, nei prossimi mesi.
Ecco perché spero vivamente che il nome di Enrico Musso possa ricevere il meritato rispetto, così come tutti i suoi possibili «avversari», ma soprattutto che le sue dichiarazioni non vengano ogni volta interpretate come un «attacco alla diligenza» per chi forse il dialogo non lo apprezza o, forse ancor più, lo teme per mancanza di sufficiente liberalità.
Sua aff.ma
Lory60
2«ET» TELEFONO-CASA
E Amiu ti fa parlare

con il risponditore
Capisco che stiamo attraversando un periodo estremamente difficile, non ci sono soldi e le aziende devono fare i salti mortali per fare quadrare i conti. L’Amiu, nonostante sia un’azienda «sana» perché (almeno apparentemente) non ha questi problemi in quanto il bilancio è più che in attivo, ha pensato bene di alienare il vecchio e utilissimo centralino installando un risponditore automatico.
E qui nascono i problemi perché un cittadino che desidera mettersi in contatto con l’Amiu deve munirsi di santa pazienza... provare per credere! Una volta si poteva parlare con una persona fisica, ora bisogna sorbirsi più volte tutto il disco e se si è fortunati, risponde un umano.
Dovendo segnalare un problema riguardante la Piazza Santuario di Coronata, dopo varie peripezie il sottoscritto si è messo in contatto con l’ufficio informazioni; ho ingenuamente chiesto di parlare direttamente al responsabile di zona cosa che non è stata assolutamente possibile, filtrano le chiamate, inviano d’ufficio le mail per segnalare il problema al Capo Zona che forse ti richiamerà. M’immedesimo in una persona di una certa età; sarà in grado e avrà tempo e pazienza di stare mezz’ora al telefono e capire ciò che E.T. le suggerisce di fare?
Pertanto e per quanto scritto in premessa, ritengo che Amiu se voglia davvero dare un servizio di «customer satisfaction» o soddisfazione del cliente dovrebbe ripristinare il vecchio sistema del centralino e dare la possibilità e la soddisfazione di poter colloquiare direttamente con i vari responsabili.
Angelo Spanò
Consigliere Provinciale
Gruppo Verdi
2COMPETENTI
Capodanno, la stecca

del concerto veneziano
Egregio Direttore, abbiamo ascoltato il solito concerto di Capodanno trasmesso dal Teatro La Fenice di Venezia.
A mio avviso, i casi sono due: o l’organizzatore dello spettacolo era impreparato o pensa che lo siamo noi e quindi si sente in dovere di fare e disfare a suo piacimento. Ma se non aveva molta disponibilità di cantanti, poteva accontentarsi di quei pochi e farli cantare nei ruoli adatti a loro. Non è la prima volta che si ripete il fatto. Quest’anno è stata la volta di Don Basilio del Barbiere di Siviglia, cantato da uno che di «Basso» non aveva neppure la statura.
Due parole infine sulla pessima coreografia. L’unica cosa che hanno saputo propinarci è stata la visuale di giovani saltellanti come tanti grilli. Sai che delizia! E pensare che a Venezia nei suoi nobili palazzi vi sono splendidi saloni che gli stranieri ci invidiano. Ebbene perché non hanno chiuso l’anno in uno di questi, con un bel ballo alla Gattopardo? Quella visione avrebbe deliziato i nostri cuori e dato un po’ di serenità d’animo per il nuovo anno testé iniziato.
Buon anno.

2PREVENIRE DANNEGGIAMENTI
Cauzione, poi il permesso

per le manifestazioni
Se si volesse veramente limitare i danneggiamenti durante le manifestazioni, sarebbe sufficiente esigere una elevata cauzione dai loro organizzatori al momento della presentazione della domanda. In questo modo sarebbero gli stessi dirigenti e partecipanti, e non la polizia, ad avere l'interesse che i raduni si svolgano senza atti teppistici. Attualmente chi vuole manifestare deve andare in Questura e presentare una domanda almeno 3 gg. prima dell'evento. E qui, sovente, si verifica la prima violazione. Infatti molto spesso la domanda viene presentata uno o due gg. prima, in contrasto con la norma di legge che regola la materia. Una volta ottenuto il nulla osta dalla Questura occorre recarsi al comando della Polizia Municipale, dopodiché è tutto in regola. Le persone che presentano la domanda vengono identificate e quindi sono sempre reperibili. Se, come detto in precedenza, fossero costretti a versare una cauzione molto elevata si avrebbero due benefici: una drastica limitazione di danneggiamenti e la diminuzione di manifestazioni che non servono a nulla e che intralciano gli spostamenti di quei cittadini che devono lavorare e non hanno tempo da perdere in inutili manifestazioni che non servono a nulla.
Costantino Corda
2TIGULLIO
Un tunnel dritto, dritto

per arrivare all’ospedale
Caro Lussana,
dopo tanta guerra, a S. Margherita si sono accorti che se si sentono male ci vorrebbe un tunnel per arrivare dritti, dritti all’ospedale di Rapallo!
Guido Marchionni
2CORSO TORINO
Vicino al Comune

strisce pericolose
Desidero nuovamente segnalare la pericolosità dell'attraversamento pedonale in corso Torino all’altezza del palazzo del Comune.
Mal illuminato e mal segnalato.
Visibilità scarsa nelle ore di mezza luce e nelle giornate piovose.
Con fiducia.
Marco Duma
2MOSCHEA A GENOVA
Sì al sondaggio

sul nostro Giornale
Massimiliano, mi riferisco alla lettera ed alla proposta fatta in data 7 gennaio dal Sig. Vincenzo Falcone, Capogruppo An del Municipio Centro Est, di indire un sondaggio interno de Il Giornale sull'argomento moschea si, moschea no.
Ritengo molto opportuna la sua proposta in quanto si tratta di un tema molto dibattutto e ad oggi di estrema attualità dal momento in cui il Presidente dell'Ucoii ed il Vice avrebbero dichiarato apertamente di essere «soddisfatti ed orgogliosi di pensare alla possibile costruzione di una moschea lussuosa, importante, la più bella dopo quella di Roma, con un investimento di circa 3 milioni di euro più Iva della comunità musulmana autotassata». Come spiega Kabakebbji, «Genova è una città bellissima con una grande storia, aperta al dialogo interreligioso e con le relazioni internazionali del suo porto, città che si merita una moschea bellissima, come vorrebbe la comunità musulmana». Il presidente dell’Ucoii Izzedin Elzir sottolinea che «è la comunità islamica genovese la promotrice del progetto, sostenuto grazie alla collaborazione dell’amministrazione cittadina locale e sarà solo il loro coordinamento, non la proposta dall’alto dell’Ucoii, a poter realizzare una moschea bellissima».
Le reazioni a tali dichiarazioni rese pubbliche hanno creato atteggiamenti di critica, di rigetto, di effettivo timore che si possa realmente arrivare a costruire un edificio di culto islamico, di ripresa di un argomento che sembrava essere come accantonato forse per cercare di dare importanza ad altri ambiti con una valenza più urgente ed importante.
Tuttavia, ora, ad inizio anno 2011 - così come, se ben ricordiamo, accadde ad inizio anno 2010 - il caso moschea si riapre nonostante oggi si celebri il Natale copto-ortodosso che preoccupa un pò tutto il mondo a causa delle ultime manifestazioni di violenza e di massacro nei confronti dei cristiani, simbolo della non accettazione di altre religioni.
Roberta Bartolini
2NOSTALGIA
La malattia più diffusa

tra i genovesi lontani
Ciao Max, oggi ho comperato il libro N. 5 della collana «Le più belle strade di Genova».Sul retro della copertina c'è un pezzo significativo che per molti rende bene l'idea del «vado o resto a Genova».
Così recita «La più diffusa malattia di cui i genovesi - coriacei, caparbi, resistenti - non possono forse guarire è la nostalgia. Hanno sempre l'aria di deridere se stessi e l'ambiente che li circonda con una spietata “autosatira”: ma se li allontanate da casa, dalla loro città, li sorprenderete con gli occhi lucidi a ricordare. «Hanno, anche se non lo dimostrano, un attaccamento quasi morboso per ciò che gli appartiene, per tutte le cose che rammentano la loro nascita, i loro vecchi, la loro fanciullezza, le strade del quartiere. Ce lo dicono le loro canzoni dialettali che vibrano tutte di emozione, di sentimento così profondo da accarezzare idealmente anche un indurimento, una pietra, il rudere di una casa se parlano di un tempo che non tornerà più. Di un passato che non si cancella e che anzi è vivo e si manterrà vivo finché vi sarà gente capace di ricordare».
Sulla copertina è scritto che il pezzo è stato tratto da «Genova oggi e allora», a cura di Ettore Balbi, edito nei primi anni Settanta da Società edizioni Programma Genova.
Saluti
Gian Luca Fois
2USATO SICURO
La politica a gennaio

e il «caso Genova»
Caro Massimiliano, la politica nel mese di Gennaio è un po’ come il calcio nel mercato di riparazione di questi giorni. Nell’immaginario popolare piace immensamente «comperare» l’usato cosidetto sicuro (il Toni della situazione). Cioè a dire, personaggi che hanno già dato spacciandoli come proposte «sagge» e di «buon senso».
In altre parole, dare in pasto al popolo bue situazioni e soggetti politici già ampiamente verificati che come si usa dire «si vendono bene» piuttosto di spaccarsi la testa nel ricercare persone valide, di partito o dalla società civile poco importa, con attributi e qualità significative in grado di competere con il candidato della parte avversa. È chiaro il mio riferimento alla prossima contesa per il 2012 per i candidati del centrodestra al Comune ed alla Provincia di Genova. A Genova piace l’arte del riuso, in politica come nella vita, non si butta via niente. Ora nell’economia familiare ognuno è libero di fare e di pensare ciò che crede, ma in politica così non è. Nel calcio squadra che vince non si cambia, ma la squadra che perde si deve cambiare. In politica a Genova non vinciamo mai...!
Il partito e tutti i movimenti della colazioni dovrebbero lavorare su una piattaforma comune ognuno con i distinguo di propria competenza, su ipotesi credibili e possibilmente su persone espressione di una classe dirigente desiderosa di cambiare nell’ambito di un sentimento comune di condivisone dei valori etici, civili ed oserei dire anche strutturali. Per strutturale si intende la capacità di essere e sentirsi non un «single» della politica, ma una persona espressione attiva di una comunità organizzata su idee e principi comuni e condivisi da tutti. Genova è una città che ha bisogno di essere ascoltata e non di essere diretta da un direttore d’orchestra. I fenomeni facciano i fenomeni ed i sindaci facciano i sindaci, qui da noi nell’aria c’è un forte sentimento di partecipazione alla vita dei municipi che è in attesa di essere colto dalle forze politiche locali. E qui sta il punto, il candidato scelto dovrebbe essere la persona migliore nel riuscire a canalizzare le forze e le energie fisiche e mentali oggi già presenti, ma in oggettivo «stato di parcheggio».

Per dirla con il simpaticissimo nostro concittadino Brumotti di Striscia la Notizia, a Genova nel perimetro politico proprio del centrodestra esiste una moltitudine di persone «ferme con le quattro frecce». A proposito, speriamo che nel mercato politico di Gennaio di non fare come Genoa e Samp ,se no saranno dolori per tutti...
Fabio Giani

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